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I 300 milioni di euro, già stanziati, devono essere destinati alle aziende olivicole salentine messe in ginocchio dal diffondersi del batterio killer degli ulivi, per consentire alle stesse imprese di ripartire con la produzione. È la richiesta avanzata dal presidente di Italia Olivicola, Gennaro Sicolo, al termine del vertice celebrato a Roma e convocato dal Ministro delle Politiche Agricole, Teresa Bellanova proprio per discutere sulla xylella.

Il batterio ha già distrutto 50.000 ettari di uliveto causando un calo del 10% sulla produzione nazionale di olio extravergine d’oliva e una perdita complessiva di quasi 500 milioni di euro di fatturato.

Numeri allarmanti. Per questo, per il presidente di Italia Olivicola, Sicolo è necessario che i fondi debbano essere diretti alle aziende fortemente danneggiate dalla xylella, per consentire alle stesse imprese di riprendere a lavorare.
“I 300 milioni già stanziati devono essere destinati a sostenere i costi di espianti e reimpianti con varietà resistenti, oltre a coprire il mancato reddito degli agricoltori per i primi anni – ha dichiarato il presidente della più grande organizzazione della produzione olivicola italiana – Allo stesso tempo è necessario investire nella ricerca e stanziare fondi anche per gli agricoltori della piana degli ulivi monumentali per consentire di innestare da subito le piante millenarie che rischiano di essere colpite dal batterio”.

Nel corso dell’incontro a Roma, il Presidente Sicolo ha consegnato al Ministro Bellanova un piano di ristrutturazione dell’olivicoltura salentina,  redatto proprio da Italia Olivicola e inoltre la lettera ricevuta nei mesi scorsi dai Commissari dell’Unione Europea alla Salute e all’Agricoltura uscenti. Una missiva nella quale era stata annunciata la disponibilità dell’Unione Europea nel destinare ingenti risorse per il Salento a condizione, però, che l’Italia metta in campo “una seria politica di contrasto alla xylella”.

Quella che il nostro Paese non ha ancora attuato. Risale infatti proprio agli inizi di settembre, la notizia dell’avvenuta condanna dell’Italia, da parte della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, a causa della mancata adozione delle misure necessarie utili a contrastare il diffondersi del batterio. Una decisione motivata con il riferimento ai ritardi nei monitoraggi, all’assenza di ispezioni e alle carenze nell’abbattimento delle piante infette.