Ha superato l’imbattibilità di Antonio Conte che durava da oltre dieci anni, ha cambiato il ruolino al “San Nicola” e ha potenziato il suo centravanti fino a farlo diventare il capocannoniere del girone C di Serie C.
Eppure, il Bari è sempre fermo al palo: 9 punti di distacco dal primo posto della Reggina, 8 giornate al termine della stagione regolare e un cammino playoff che, a meno di inattesi ma non impossibili ribaltoni, vedrà i biancorossi tra i protagonisti.
Sono trascorsi esattamente 6 mesi da quando Vincenzo Vivarini è diventato il nuovo tecnico del Bari, subito dopo la sconfitta di Francavilla Fontana che ha sancito l’esonero di Giovanni Cornacchini. Al precedente tecnico si contestava il fatto di non aver dato un’identità alla squadra, sia nella stagione in Serie D vinta per manifesta superiorità sia nelle prime settimane tra i professionisti. L’avvicendamento in panchina è partito da un assunto: riportare i biancorossi in lotta per la promozione diretta prima che sia troppo tardi.
Vivarini è riuscito nell’impresa, guidando i suoi ad una risalita fino al secondo posto. La Reggina è stata impeccabile fino a Natale, ma nel 2020 ha concesso alle rivali più di una chance per potersi avvicinare. Qui, probabilmente, è emerso il limite dell’allenatore abruzzese, che non conosce ancora sconfitte nella sua esperienza in Puglia, ma ha fallito anche le opportunità di portarsi realmente ad un passo dagli amaranto. Un distacco che non è mai sceso sotto i 6 punti, facendo dormire ugualmente sonni tranquilli a Reggio Calabria.
Eppure, nel momento cruciale della risalita, risuonava come un mantra un’altra rimonta, quella del Teramo sull’Ascoli: Vivarini riuscì a centrare il primo posto in terza serie nazionale recuperando proprio 10 punti ai bianconeri. Un precedente che faceva ben sperare dalle parti del “San Nicola”, ma è mancato qualcosa: a dicembre si è interrotta la striscia di vittorie esterne, la squadra ha accusato la pressione del dover inseguire e Antenucci non può fare tutto da solo. Per qualcuno, quei 9 punti di differenza rappresentano il fardello delle prime giornate con Cornacchini. Sarebbe una chiave di lettura giusta, se la Reggina non avesse rallentato in maniera così netta nel 2020.
Vivarini ha di che riflettere durante la sosta forzata per l’emergenza Coronavirus, con l’auspicio che bastino 8 giornate di campionato per mettere fine ai se e ai ma. Se non dovessero bastare, servirà un cammino eccellente per vincere i playoff, diverso e più efficace rispetto a quello degli ultimi 6 mesi