È partito alle 8 di questa mattina uno dei tre traghetti il cui arrivo era previsto a Bari ieri mattina e che le condizioni meteo marine hanno, invece, obbligato a trovare riparo nel Golfo di Manfredonia. Ad essersi mosso per primo è l’Adria Ferries che aveva a bordo ben 168 viaggiatori e 60 componenti di equipaggio.

Naviga, in direzione Bari, anche l’altro traghetto – il Rigel II – con a bordo 188 passeggeri e 49 di equipaggio – che arriverà nel pomeriggio al porto di Bari, salvo differenti indicazioni della Guardia Costiera di Bari che sta monitorando costantemente gli spostamenti. Entrambi i traghetti coprono la tratta di Bari – Durazzo.

Infine, se le condizioni meteomarine lo consentiranno, salperà anche il Superfast II con a bordo altre 224 persone, proveniente dalla Grecia che, al momento, è fermo nel golfo di Manfredonia. Anche Bari, inoltre, al largo di San Giorgio si è trovata a rivivere la stessa disavventura capitata un anno fa con l’Efe Murat.

Si tratta, questa volta, di un pontone – una chiatta marina – al traino di un rimorchiatore Macistone partito da Augusta e diretto a Ravenna, che ha rotto i cavi di traino a causa del forte vento e delle pessime condizioni meteomarine e si è arenato sul lungomare di San Giorgio, a Sud di Bari. A bordo del pontone non c’è personale, mentre ci sono sette uomini dell’equipaggio sul rimorchiatore.

Avantieri sera il rimorchiatore con il pontone al traino si erano riparati dal forte vento al largo del porto di Manfredonia, ma nel pomeriggio – probabilmente a causa delle proibitive condizioni marine, l’equipaggio ha deciso di ripartire. I due mezzi non sono riusciti però a prendere la rotta verso Nord per il forte vento e sono stati sospinti a Sud e, non potendo entrare nel porto di Bari, sono stati dirottati a Brindisi.

Durante la navigazione, però, il pontone della Rosetti Marina di Ravenna si è staccato dal rimorchiatore, finendo per arenarsi tra il lungomare Sant’Anna e San Giorgio di Bari. L’equipaggio è assistito da mezzi della capitaneria di porto: “Per fortuna – scrive il sindaco Antonio Decaro su Facebook – non ci sono particolari pericoli ambientali perché la chiatta non ha motore, né carburante”.