“Vogliamo attivare le Usca previste dal decreto, ma ad oggi solo alcune sono pronte a partire. Sono pochi i medici della continuità assistenziale che hanno aderito ai bandi della Asl e bisognerà integrare gli organici con strategie alternative”.
Sono le parole di Vito Montanaro, direttore del Dipartimento Politiche della Salute al termine dell’incontro che si è tenuto con il comitato permanente regionale per discutere delle Unità Sanitarie di Continuità Assistenziale che sarebbero dovute partire il 24 aprile scorso per assistere i pazienti Covid a domicilio. I medici che dovevano far parte delle 80 Unità, diffuse su tutto il territorio regionale, non hanno aderito ai bandi della Asl e, per questo, si era pensato in via alternativa anche all’utilizzo degli infermieri.
Nel corso della riunione, infatti, è emerso che solo 26 medici di continuità assistenziale (su un totale dei 400 previsti) hanno confermato la loro adesione. Inoltre, “visto l’andamento epidemiologico – scrive la Regione in una nota – il numero delle Usca previste dal decreto legge, potrebbe essere superiore al fabbisogno reale. Pertanto, ogni Asl potrà costituire le Usca per macroaree e in relazione ai pazienti sottoposti a sorveglianza sanitaria”.
Le organizzazioni sindacali si stanno adoperando per sensibilizzare i colleghi a manifestare la loro disponibilità, vista la possibilità all’utilizzo di mezzi, organizzazione (anche con dispositivi di protezione individuale) e formazione.
Al momento, per implementare la carenza, si è chiesto anche a medici liberi professionisti, corsisti di medicina generale e medici abilitati, di supplire alle carenze che si sono presentate. Pertanto, si è attivata una sola Usca a Brindisi con sei medici, nella sede di Ceglie Messapica; a Taranto si è partiti con la formazione per 25 medici, prevedendo tre sedi.
A Lecce sono 8 le squadre, con 45 medici, che partirebbero già da oggi con base a San Cesario. A Bari sono partiti i corsi di formazione per 9 Usca tra Palo, Altamura, Grumo, Triggiano, Monopoli, Bari e Gioia del Colle. A Foggia sono cinque quelle in funzione con 32 medici formati tra il capoluogo Dauno, Torremaggiore, Troia, Vico e San Marco in Lamis. Nella BAT, in ultimo, solo due medici hanno accettato la contrattualizzazione per le Usca: una per Andria, l’altra per Barletta.