C’è preoccupazione nell’Università di Bari per gli effetti che potrebbe avere la cosiddetta autonomia differenziata. Non lo nasconde il rettore Stefano Bronzini, in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico. “La stiamo monitorando” dice davanti alla platea di ospiti tra i quali ci sono anche il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia e il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.
C’è attenzione e preoccupazione, ribadisce il rettore che si rivolge ancora al ministro quando afferma che “non ho bisogno di ricordarle quanto i finanziamenti per la ricerca e l’istruzione pubblica abbiano intrapreso un viaggio verso alcune zone del Paese che ci escludono dal giocare la partita alla pari.
L’università di Bari – ha detto infatti Bronzini – vuole essere artefice di proposte perché siamo preoccupati. Lo siamo noi e lo sono le aziende che lavorano nel territorio. Ma l’Università di Bari si farà promotrice anche di un incontro di valutazione del decimo anno della legge 240, la cosiddetta legge Gelmini.
Le leggi si applicano ma si possono valutare gli effetti, ha voluto aggiungere Stefano Bronzini.
Quella legge è molto discutibile avendo occupato l’università senza preoccuparsi dell’università. Una legge che ha legalizzato e favorito l’incremento del precariato non può essere considerata una buona legge.
E anche il decremento delle entrate fiscali è un segno di criticità, ha sottolineato il rettore. “Abbiamo abbassato le tasse per favorire l’ampliamento degli accessi all’istruzione universitaria ben sapendo quanto in Italia il numero dei laureati sia ancora troppo esiguo rispetto gli altri paesi europei. Il nostro bilancio è stato conseguentemente penalizzato di circa due milioni”. 135 invece sono i milioni di euro destinati dalla Regione al diritto allo studio dei ragazzi pugliesi. Cifra ricordata, nel suo intervento, dal presidente Emiliano: quella somma, ha sottolineato il governatore, rappresenta il 15 per cento del bilancio ordinario.
Il servizio di TrNews.