SEU

La bambina di due anni ricoverata in terapia intensiva all’ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari a causa della Seu, ha cominciato una terapia con un superfarmaco.

Si tratta del Soliris, un anticorpo monoclonale concepito per combattere una malattia genetica molto rara. Il costo della terapia è di circa quattromila euro a fiala, ma risulta molto più efficace della sostituzione del plasma che hanno trasfuso alla piccola per circa una settimana.

La bimba è stata sottoposta dai medici dell’ospedale ad un ciclo di dialisi, ad una risonanza magnetica all’encefalo che ha messo in luce delle lievi criticità a livello neurologico e a continui controlli che l’hanno portata in terapia intensiva a causa di tre arresti cardiaci. La sindrome emolitico uremica acuta, che ha infettato la piccola, è causata da una infezione batterica e può distruggere le funzionalità renali, ma può anche portare alla morte. Per analizzare l’origine del batterio i Carabinieri del Nucleo Antisofisticazione e Sanità stanno conducendo delle indagini assieme alla Asl su campioni di cibo sequestrati che la piccola potrebbe aver ingerito nei quindici giorni precedenti alla comparsa della diarrea emorragica, per cui è stata ricoverata l’8 agosto scorso.

Ad oggi, grazie alle indagini di epidemiologia molecolare del Policlinico di Bari, sono stati diagnosticati 27 casi: al momento ci sono due casi al Fazzi di Lecce, uno a Galatina e un altro al Giovanni XXIII. Quello della bimba di Bitonto, pare però sia isolato – in quanto si è trasformato in Seu – e più grave degli altri.

I medici invitano a prestare attenzione a latte crudo, frutta, verdura non lavata e acqua contaminata.