l colore del manto erboso è verde intenso. Vivace. Benedetto Petrone, giovane militante comunista vittima di un agguato fascista, rivivrà grazie al calcio. È stato inaugurato domenica mattina il campo sportivo di Molfetta, intitolato all’operaio 18enne barese ucciso nel 1977 da un gruppo di militanti del Movimento Sociale Italiano. A 40 anni da quell’omicidio e dall’enorme mobilitazione contro il fascismo che ne seguì, quello che s’affaccia sul mar Adriatico è il primo campo di calcio intitolato a Benny ed in cui è stata anche apposta una targa commemorativa richiesta dalla città, alla presenza di Porzia Petrone, sorella di Benedetto e presidente del Comitato 28 novembre, prima di dar vita al primo memorial in suo nome, un triangolare giovanile, quest’ultimo, organizzato dalla Cgil cittadina.
S’è trattato di un evento, organizzato dall’amministrazione comunale, voluto per difendere i valori su cui è fondata la nostra democrazia e per ricordare un ragazzo vittima del fanatismo ideologico neofascista. Ricordare è un modo per far tesoro del passato, ma è anche certamente un modo per costruire il futuro.
Un monito per le nuove generazioni perché sappiano perseguire, anche nello sport, – come scritto sulla targa – i valori della sana competizione contro ogni forma di violenza e sopraffazione.
La struttura di Molfetta necessitava di una serie di interventi di riqualificazione. I lavori, diretti da Diego Iessi e affidati alle imprese Persia, Tecnodata e Tennis Tecnica, sono costati 750mila euro. Con il nuovo manto in erba sintetica sono stati realizzati 6 spogliatoi, l’infermeria e sono stati installati impianti fotovoltaici, solari e termici a servizio dell’area riservata agli atleti. Non solo: è stata realizzata la copertura delle due tribune e l’intera area sportiva è stata dotata di un impianto di illuminazione a Led, già omologato dalla Lega Nazionale Dilettanti.
L’intitolazione del campo sportivo a Benedetto Petrone, poi, assume un significato forte.