“All’assassino non voglio dire nulla. Chiedo soltanto che dica la verità sulla morte di mio marito”. Sono le parole pronunciate dalla vedova di Giovanni Di Vito, il 28enne ucciso giovedì sera ad Andria a causa di una mancata precedenza ad una rotatoria su via Puccini.

Un violento diverbio sfociato in aggressione mortale. È stata la stessa donna, che era a bordo dell’auto della vittima insieme al figlio di 5 anni, a raccontare l’accaduto: “Dopo la discussione ho visto tornare mio marito verso la macchina con una mano sul petto sporca di sangue- ha dichiarato la vedova- mi ha detto portami in ospedale, sto male”. La moglie si è messa così alla guida, per giungere al “Bonomo”:  poco dopo però l’uomo è morto in ospedale.

Ma ora quello che chiede a gran voce la ragazza di 29 anni che ha perso suo marito è che l’assassino dica la verità.

La Polizia avrebbe intercettato il presunto omicida: Celestino Troia, falegname 50enne di Andria che è stato fermato con l’accusa di aver ucciso con un fendente al torace Giovanni Di Vito. Rinchiuso nel carcere di Trani, è stato sottoposto ad interrogatorio. Un colloquio fiume, durato tutta la notte, nel corso del quale Troia avrebbe ammesso il litigio, negando però di aver ucciso il ragazzo. “Sono io ad aver litigato con la vittima per una mancata precedenza ad una rotatoria, ma non sono stato io ad averlo colpito a morte- ha dichiarato Troia- Io non l’ho nemmeno toccato”.

A carico del fermato ci sarebbero i racconti di alcuni testimoni della lite, le tracce di sangue trovate sulla maglietta, le immagini delle telecamere di videosorveglianza e il racconto della moglie della vittima (anche se non è stata in grado di riconoscere l’uomo). Lunedì 16 settembre è prevista l’udienza per la convalida del fermo.

E ad intervenire sulla vicenda che ha sconvolto una intera comunità, proprio alla vigilia della festa patronale, è stato il vescovo di Andria, Mons. Luigi Mansi.