Il pregiudicato 66enne Giuseppe Papantuono ha detto “di non ricordare bene quanto accaduto” la mattina del 13 aprile scorso a Cagnano Varano quando uccise il maresciallo dei carabinieri Vincenzo di Gennaro e ferì il commilitone Pasquale Casertano, entrambi in servizio alla stazione del comune foggiano.
“Era sotto l’effetto di alcool e sostanze stupefacenti ed ha ribadito di non aver mai avuto motivi di rancore né nei confronti del maresciallo Di Gennaro, né nei confronti di Casertano”. A riferirlo è stato il procuratore di Foggia, Ludovico Vaccaro, dopo l’udienza che si è svolta questa mattina al tribunale di Foggia – dinanzi al GUp Michela Valente – che ha rinviato a giudizio il 66enne.
Ora l’uomo sarà processato con rito ordinario a partire dal 2 marzo prossimo dinanzi alla Corte d’Assise a Foggia.
La mattina del 13 aprile, durante un controllo di routine da parte dei militari, l’uomo 66enne si avvicinò alla pattuglia e sparò con la propria pistola contro i due militari ed è per questo accusato di omicidio e tentato omicidio. Anche l’avvocato difensore di Papantuono, Angelo Di Pumpo, ha detto che il suo assistito (che ha chiesto ed ottenuto di essere interrogato in tribunale) “ha fatto uso di cocaina per tutta la serata, la notte precedente e anche la mattina del delitto e quindi non ricorda nulla”.
Nel corso dell’udienza si sono costituiti parte civile i famigliari del maresciallo Di Gennaro (il padre, la sorella e la fidanzata), l’appuntato Casertano, il comune di San Severo, l’Associazione Nazionale Sottoufficiali d’Italia, l’Arma dei Carabinieri e il ministero della Difesa.
L’avvocato dei familiari del maresciallo, Michele Minischetti ha evidenziato che la famiglia “non chiede che ci sia assolutamente una condanna esemplare, chiede semplicemente che ci sia una condanna di giustizia nei confronti di una persona che ha privato loro dell’affetto di un congiunto”.