Chi si aspettava segnali di distensione o piccoli passi verso la ricucitura dello strappo tra il sindaco di Foggia, Franco Landella e la Lega (che conta cinque consiglieri nella m aggioranza di centro destra) è andato deluso.
Anzi lo scontro, più del braccio di ferro tra le parti, è andato avanti anche nella seduta di consiglio comunale di questa mattina: i cinque eletti con il partito di Salvini hanno abbandonato l’aula dopo aver ricevuto l’ennesimo rifiuto alla richesta di ottenere la presidenza della Commissione elettorale. Un secondo schiaffo, dopo quello della mancata elezione del presidente dell’assemblea, che fa salire la temperatura nel centro destra dopo appena un mese e mezzo dalla rielezione di Landella. Non è ancora crisi conclamata, ma ci sono tutti i segnali che annunciano nuvole all’orizzonte. Ufficialmente la Lega, con il vice segretario regionale, Giovanni Riviello, prova a stemperare i toni dopo la mancata elezione di Massimiliano Di Fonso (il più suffragato alle utlime elezioni) a presidente del consiglio comunale (poltrona alla quale è salito invece il forzista Leonardo Iaccarino). In una nota ufficiale Riviello chiede al sindaco e all’intera maggioranza una gestione collegiale, assicurando che lo strappo, se c’è, non dipende da qualche posto rivendicato e non ottenuto. Nei fatti il partito di Salvini, però, mostra i muscoli e l’uscita d’aula dei cinque consiglieri nella seduta di questa mattina, rafforzerebbe questa chiave di lettura. Il sindaco, fa appello ai partiti di maggioranza e ai consiglieri perché risolvano i problemi all’interno della coalizioni e intanto fissa i paletti (soprattutto alla Lega) per capire come e con chi completare la squadra di Giunta, oggi composta da soli cinque assessori: