Dopo 18 anni, dal primo gennaio, il palazzo di via Nazariantz a Bari non ospita più gli uffici giudiziari. Il cancello di accesso all’immobile è chiuso, dal muro azzurro esterno è stata rimossa anche l’insegna degli “Uffici giudiziari”, i cinque piani del palazzo dichiarato inagibile a maggio scorso per rischio crollo, ormai sono completamente vuoti.
Entro la prossima settimana saranno consegnate le chiavi dell’immobile all’Inail, proprietaria dello stabile.
Mentre la Procura è quasi interamente trasferita nella nuova sede di via Dioguardi, nell’ex torre Telecom al quartiere Poggiofranco.
Da metà gennaio saranno trasferiti anche gli uffici attualmente in via Brigata Regina e dalla prossima primavera si spera anche nel trasferimento del Tribunale, ora a Modugno.
Certo è che il nuovo palazzo di giustizia è ancora un cantiere, con gli operai a lavoro per realizzare le aule per le udienze e mettere a punto le ultime cose. La giustizia, pugliese, sta riprendendo pian piano il suo corso dopo il “fermo” dei processi penali stabilito con un decreto, poi convertito in legge, del Ministero della Giustizia.
La questione legata allo stop del ministro Bonafede era finita dinanzi al giudice di pace di Bari che ha ritenuto, però, “manifestamente infondata” la legittimità costituzionale sollevata dall’avvocato Ascanio Amenduni che aveva chiesto un risarcimento danni a seguito dei disagi subiti dagli avvocati penalisti del foro di Bari, conseguenti all’inagibilità del Palazzo di Giustizia.
Il giudice di pace del Tribunale di Bari ha rigettato però anche l’eccezione processuale avanzata dal Ministero di Giustizia, che opponendosi, aveva chiesto di trasferire il procedimento dinanzi a un tribunale amministrativo, sostenendo che la competenza fosse del giudice ordinario perché “oggetto dell’azione esercitata nel presente giudizio è il risarcimento dei danni subiti in conseguenza della mancata individuazione di una sede, occorrente alla celebrazione delle udienze e quindi al funzionamento della giustizia”.
Ora la strada per l’azione risarcitoria promossa rimane aperta, il giudice ora ha fissato la prossima udienza il 21 marzo prossimo.