Il TAR di Bari ha respinto il primo dei numerosi ricorsi proposti contro le “nuove” graduatorie del Piano di Sviluppo Rurale regionale.  “Il Giudice – è scritto in una nota – ha condiviso le tesi dell’Avvocatura regionale” per “l’irrilevanza delle vecchie graduatorie, oggetto delle precedenti pronunce di improcedibilità del TAR”, perché “le nuove graduatorie hanno completamente sostituito le precedenti” ed ha ritenuto legittimo “l’operato dell’Autorità di Gestione PSR, apprezzando favorevolmente il notevole “sforzo” istruttorio compiuto dagli Uffici per rimodulare l’assetto degli interessi in gioco e giungere ad una nuova finale valutazione, pienamente legittima”.

Si è detto soddisfatto il governatore Michele Emiliano per la decisione del Tar perché ammette, sebbene in una fase non definitiva, la correttezza “dell’operato della Regione e dell’Autorità di gestione del PSR guidata dal dott. Limongelli che ha avuto l’intelligenza di difendere la posizione che il Tar ha confermato”. L’unico obiettivo perseguito nel momento in cui ho dovuto assumere la delega all’agricoltura – ha detto ancora Emiliano -, è stato quello di assicurare l’inizio della spesa delle risorse PSR nel rispetto del quadro normativo”. La sentenza, dunque, sembra a detta di Emiliano chiudere le polemiche arrivate in consiglio, ma non è dello stesso parere l’ex assessore all’agricoltura Leonardo Di Gioia: “La sentenza non riguarda le questioni di legittimità che ho sollevato in consiglio su alcuni atti del Psr adottati negli ultimi mesi e non entra nel merito – aggiunge Di Gioia – poiché non oggetto di causa l’anomalia che vede essere ammesse a finanziamento aziende che avevano già ricevuto provvedimenti di esclusione o cui erano state notificate archiviazioni definitive”. E, poi, sfida Emiliano: “Lo aspetto giovedì in commissione agricoltura dov’è stato invitato per una apposita audizione sul Psr al fine di acquisire delle risposte che fino ad oggi nessuno si è incaricato di darmi. Sarà mio impegno – conclude Di Gioia – produrre atti documentali che dimostrino il persistere delle negative condizioni gestionali e politiche che mi hanno indotto alle dimissioni”. La stoccata finale arriva anche da Nino Marmo presidente del gruppo consiliare di Forza Italia: “Ciò che desta sorpresa – dice – è che il mondo dell’agricoltura conceda  ad Emiliano ancora il diritto di cittadinanza, ha ridotto l’assessorato ai minimi termini perdendo 143 milioni di euro”