Finisce in carcere anche il sesto uomo , un 33enne nigeriano che farebbero parte di un gruppo criminale riconducibile ad una setta cultista e che avrebbe partecipato ad una “brutale aggressione sessuale” ai danni di una 24enne ospite delCara di Bari-Palese.
Nell’indagine nei confronti dei primi cinque, già identificati arrestati nell’ottobre 2018 , le pm Simona Filoni e Lidia Giorgio avevano chiesto di cristallizzare in un incidente probatorio le dichiarazioni della vittima.
La ragazza ha raccontato di essere stata violentata da un connazionale, soprannominato ‘Egbon’, ritenuto il capo della gang, mentre il resto del gruppo faceva da guardia al modulo dove avveniva lo stupro, sotto la minaccia di morte di un coltello e ripetute percosse.
proprio durante l’incidente probatorio la vittima ha individuato una sesta persona, il 33enne arrestato il giorno di Pasqua, descritta come componente del “branco” che girava sempre con un pugnale dietro la schiena.
La 24enne, già vittima di tratta e di riduzione in schiavitù e destinataria di violenze durante la sua permanenza in Libia, dopo essere sfuggita ai suoi aguzzini ed essere arrivata nel Cara di Bari, all’inizio del 2017, sarebbe stata minacciata, picchiata e violentata per mesi.
Il gruppo, ha raccontato la vittima che ora si trova in una struttura protetta, incuteva terrore sull’intera comunità del Cara, dove coesisterebbero diverse fazioni di etnia nigeriana, distinte dal colore dell’abbigliamento indossato, rosso o blu. La gang farebbe parte di una organizzazione criminale denominata ‘Cultish’.
“I diversi gruppi criminali nigeriani, suddivisi in gang, – si legge negli atti – si contendono tra loro il controllo del territorio attraverso la commissione di gravi delitti anche contro la persona, consumati al fine di affermare il loro predominio sia all’interno che all’esterno del centro di accoglienza attraverso condotte criminali di inaudita gravità, incluse quelle aventi ad oggetto crimini sessuali”.