Sono 148 circa gli anni di condanna per 23 imputati, quattro le persone assolte, al termine del processo, celebrato con il rito abbreviato, per un presunto business da 100 mila euro al giorno legato alla vendita di stupefacenti in piazza Santa Maria Vetere ad Andria.
A capo dell’organizzazione, secondo le indagini condotte dei poliziotti del Commissariato di Andria – coordinati dal Pm della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, Ettore Cardinali -, c’erano i fratelli Fabio e Sabino Roberto – condannati rispettivamente a 17 e 11 anni di reclusione. Era a loro che i pusher dovevano rivolgersi per le forniture di cocaina. Durante l’attività di polizia, condotta tra il 2012 e il 2014, si accertò l’esistenza di un altro gruppo criminale facente capo ad Antonio Pastore, condannato a 9 anni e 8 mesi, referente per l’approvvigionamento della marijuana.
Il Giudice, inoltre, ha disposto anche la confisca dei beni in sequestro: due terreni adibiti a campi da calcetto in contrada Sant’Agostino (ad Andria) e la società che li gestiva, tre lussuosi appartamenti comprensivi di arredi, quadri, arazzi, vasi e suppellettili di pregio, denaro, gioielli, argenteria, costosi orologi e conti correnti.
L’inchiesta, che nel febbraio 2015 portò all’arresto di 14 persone e un anno dopo al sequestro dei beni riconducibili alla famiglia Roberto, ha accertato la vendita di circa 200 dosi di droga al giorno e che nell’attività di spaccio erano stati assoldati anche minorenni. Agli atti del procedimento c’è un episodio risalente alla notte di Capodanno 2013, quando i fratelli Roberto avrebbero festeggiato esplodendo in aria colpi di Kalashnikov.
Il servizio di TrNews.