Da una parte un’organizzazione che operava a Vieste che importava marijuana dall’Albania, dall’altro versante una attiva a Foggia, con diramazioni in Abruzzo, che si occupava prevalentemente del traffico di cocaina. Con l’arresto di dieci persone (cinque in carcere e altrettante finite ai domiciliari), accusate di associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga, è stata smascherata una rete che era stata instaurata tra diversi clan mafiosi.
L’operazione, denominata “Ultimo Avamposto”, è stata coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari ed eseguita dagli agenti delle Squadre Mobili di Foggia e del capoluogo pugliese e del Servizio Centrale Operativo della Polizia.
L’ indagine è partita nell’estate del 2017, a seguito degli omicidi di Omar Trotta a Vieste e delle uccisioni di Mario Luciano Romito, del cognato e dei due agricoltori, vittime innocenti, uccisi in agro di San Marco in Lamis.
Nel corso dell’operazione sono stati assicurati importanti sequestri di marijuana ed è stato scoperto un vero e proprio laboratorio per la lavorazione e il confezionamento della cocaina.
I territori maggiormente coinvolti dal fenomeno del traffico di stupefacenti sono stati i comuni di Foggia, Manfredonia, San Giovanni Rotondo, Troia, Vieste, Pescara, Montesilvano e Francavilla a Mare.
“Con questa operazione – ha dichiarato il questore di Foggia, Mario Della Cioppa – abbiamo completato la totale decapitazione dei clan mafiosi esistenti nell’area garganica, dove era in corso una violenta contrapposizione tra le diverse
batterie criminali, finalizzata al predominio monopolistico del territorio nella gestione del traffico di droga. Una contrapposizione – ha sottolineato il questore – che aveva determinato una stagione caratterizzata dal sangue”.
Dal gennaio del 2015 a giugno del 2018 ci sono state infatti solo a Vieste nove uccisioni e sei tentati omicidi.