Si è dimesso il 7 gennaio, al ritorno dalle festività natalizie, l’assessore all’Urbanistica e ai Lavori Pubblici del comune di Cerignola Tommaso Bufano. Questioni personali era la motivazione trapelata in un primo momento, poi il cicognino ha reso nota una lettera inviata lo scorso 5 gennaio al Sindaco Franco Metta.
«Oggi, dopo una maggiore e sofferta riflessione, prevale, in me, una doppia esigenza – ha scritto Bufano -. La prima: quella di essere libero di difendermi nel procedimento penale che, ingiustamente, mi vede indagato. La seconda: quella di evitare che, questa vicenda giudiziaria, possa, in qualche modo, essere strumentalizzata contro di Te e contro la maggioranza che mi sostiene, allo scopo di intralciare il nostro progetto di cambiamento».
Eloquenti dunque le parole dell’ormai ex-assessore, sesto cambio al tavolo di Giunta per l’amministrazione civica. Un’indagine penale e, scrive ancora Bufano, il «triste episodio che mi ha visto violato nella mia intimità, nei miei affetti e nella mia famiglia», riferendosi dunque alla perquisizione domiciliare ad opera della Guardia di Finanza avvenuta lo scorso dicembre.
Deleghe nelle mani del Sindaco allora e bocche cucite da Palazzo di Città.
Duro invece il commento di Daniele Dalessandro dal Pd che ha parlato di «fatto politicamente sconcertante. Non possiamo ancora una volta sottolineare un quadro politico non chiaro, caratterizzato da procedure amministrative al limite, in una città attraversata da un serissimo problema di legalità e sicurezza che imporrebbero, non al singolo assessore ma all’intera giunta, una posizione di responsabilità e un atto di dimissioni collettive».
Franco Metta ha parlato di «una giusta decisione a tutela della Sua persona e della Sua famiglia».
Resta oscuro invece l’oggetto di indagine a carico di Bufano, questione che, nonostante le indiscrezioni circolate a Palazzo di Città, non è stata resa nota.