Sono finiti agli arresti domiciliari i due ex amministratori della TRA.DE.CO. Srl – società di raccolta di rifiuti solidi urbani. Le fiamme gialle hanno effettuato anche il sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, di beni per oltre 13,4 milioni di euro. Si tratta di saldi attivi dei conti correnti personali, titoli mobiliari, appartamenti, terreni, quote societarie ed altri beni di valore a loro riconducibili, nonché i saldi dei conti intestati ad una Srl con sede ad Altamura ed operante nel settore immobiliare.
L’attività è stata svolta dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bari ed ha accertato, grazie alla direzione dei procuratori Roberto Rossi e del sostituto Francesco Bretone, che “nonostante la Tradeco Srl si trovasse in grave crisi di liquidità e in un cronico stato di insolvenza – si legge nella nota -, con una esposizione debitoria rilevante, soprattutto nei confronti dello Stato e degli Enti Previdenziali, i suoi amministratori hanno posto in essere sistematiche distrazioni di risorse finanziarie, in danno della massa dei creditori, simulando il pagamento di spese fittizie e procedendo alla restituzione ai soci-amministratori delle somme che questi erogavano per finanziare l’attività della società. Il tutto mentre si omettevano di pagare le tasse e ciò al solo fine di mantenere il più possibile in vita la società”.
Infatti, prima del fallimento dell’azienda – databile nell’ottobre 2018 – è stato distratto il patrimonio aziendale: la Tradeco dal 2014 al 2018 aveva omesso il versamento di ritenute dovute per un ammontare di oltre 13 milioni di euro ed ha utilizzato fatture per operazioni inesistenti, con una evasione di imposta pari a 259 mila euro. Le operazioni erano successivamente oggetto di parziale reimpiego in attività economiche riconducibili alla famiglia di appartenenza degli amministratori di fatto dell’azienda fallita.