La Regione Puglia ieri ha comunicato alle imprese concessionarie del trasporto ferroviario, l’applicazione di sanzioni pecuniarie per le inadempienze relative alle regolarità e puntualità del servizio, le modifiche al programma di esercizio e per la pulizia e decoro dei treni, delle stazioni e delle fermate relative al 2017.
Le Ferrovie del Sud Est sono state le più penalizzate con una sanzione contrattuale pari a 6 milioni e 700 mila euro, più 400 mila per minori percorrenze a causa degli scioperi; segue la Ferrotramviaria con un recupero di 82mila euro per le percorrenze non effettuale e le Appulo Lucane con 30 mila euro per gli scioperi.
Nessuna sanzione, invece, per Trenitalia e Ferrovie del Gargano.
“Si tratta di normali procedure contrattuali”, ha sottolineato l’assessore ai Trasporti Giovanni Giannini, “Le sanzioni sono determinate sulla base dei controlli ispettivi condotti dalla Sezione Vigilanza e dal prospetto riepilogativo delle percorrenze effettuale che le Imprese stesse autocertificano alla Regione”.
Ma alle sanzioni e dichiarazioni di Giannini c’è stata la levata di scudi del capogruppo del Movimento 5 Stelle Puglia, Grazia di Bari che ha sottolineato come “è ormai una vana speranza essere sicuri di viaggiare con Ferrotramviaria”. “L’assessore regionale – ha proseguito – si limita ad intervenire in maniera soft con la società e mi chiedo il perché non abbia deciso di applicare il successivo comma della Legge applicata che prevede anche il risarcimento per i viaggiatori, vere vittime dei disservizi. La Ferrotramviaria – ha concluso – continua ad ignorare le esigenze dei pendolari, non preoccupandosi di evitare o ridurre i disagi”.
E sempre sulla stessa scia fa eco anche l’Astip, l’associazione che riunisce i famigliari delle vittime e dei feriti del disastro ferroviario del 12 luglio 2016. In un post su Facebook hanno chiesto a Giannini se “anche nel 2016 siano state applicate delle multe nei riguardi di Ferrotramviaria ricordando che, in quell’anno, sono state uccise 23 persone e furono 51 i feriti. Ci dica l’assessore – concludono – quanto sono stati valutati i nostri cari secondo le vostre tabelle”.