Anche il girone H di Serie D attende di conoscere il suo futuro, emergenza Coronavirus permettendo. Il campionato si è fermato ad 8 giornate dalla fine, con il Bitonto avanti di una sola lunghezza rispetto al Foggia, mentre Sorrento e Audace Cerignola si affannano per rimanere nella scia di vertice.
Eppure, le due squadre maggiormente in vista ad inizio stagione giocano al “Curlo” e al “Fanuzzi”. Il Fasano batte prima il Foggia di Amantino Mancini poi il nuovo Bitonto delle superstar di vertice, ma le sconfitte contro Sorrento e Gelbison cambiano le carte in tavola. Ne approfitta quindi il Brindisi, che con 4 vittorie in 5 partite si issa al comando solitario della classifica con 12 punti.
Il Foggia si risolleva quasi subito, con Ninni Corda che lascia la scrivania dirigenziale per tornare in panchina e guidare i satanelli in zona playoff. Il Gravina sale a -2 dalla vetta grazie ai gol di Santoro. Un po’ di fatica in più per il Bitonto, che incappa nella doppia sconfitta contro Fasano e Agropoli: da quel momento in poi, però, i neroverdi non perderanno una partita per oltre un girone.
Fuori dalla zona playoff annaspa il nuovo Taranto di Ragno, con lo scetticismo che comincia a dominare in una piazza che sperava di mettere subito le cose in chiaro ai piani alti. Non ingrana neanche il Casarano di De Candia, fermo a ridosso della zona playout con due successi in cinque turni. In linea con i suoi programmi l’Altamura con 7 punti a fine settembre, mentre la Fidelis Andria lotta e ne perde solo una, all’esordio in casa della Gelbison, ma i 6 punti non bastano per uscire dalla zona playout prima di ottobre.
Il Nardò chiude il blocco delle pugliesi con 0 punti dopo le prime 5 partite di settembre. Ne manca una, partita in ritardo e con mille difficoltà logistiche legate ad una iniziale, poi sfumata, partecipazione in Serie C. L’Audace Cerignola prova a rimettersi al passo, ma con Potenza in panchina arrivano solo 7 punti in 5 match, compreso lo 0-0 nell’infuocato ritorno del tecnico ad Andria. Il rapporto tra allenatore e ambiente ofantino non decolla e comincia ad ipotizzarsi un cambio in panchina. Al “Monterisi” rischia di essere già troppo tardi.