Una delibera della giunta regionale che fa discutere e innesca le polemiche, con i sindacati, in prima linea, a far emergere le proprie preoccupazioni sul futuro dell’Ospedale “Vittorio Emanuele II” di Bisceglie che rischia, per via della riorganizzazione del sistema sanitario, di uscirne depotenziato. Le rappresentanze di Confsal e Fials hanno così inviato una nota al Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, al direttore generale dell’Asl Bat, Alessandro Delle Donne e al Sindaco di Bisceglie, Angelantonio Angarano. Sotto accusa è finita la delibera della giunta regionale numero 53 che prevede la trasformazione della cardiologia dell’ospedale “Vittorio Emanuele II” in servizio ambulatoriale senza posti letto entro il 31 dicembre del 2018. Dei tagli che sono stati pensati e motivati in vista della nascita del nuovo presidio ospedaliero del Nord Barese.
“La scelta di comprimere, se non addirittura chiudere l’ospedale di Bisceglie, che di per sé rappresenta una grande risorsa del Nord Barese, prima della costruzione del nuovo ospedale – hanno fatto sapere nella nota Confsal e Fials, non sembra rispondere agli obiettivi di un equilibrato e funzionale riordino della rete ospedaliera. Chiediamo pertanto di provvedere alla riqualificazione del Presidio Ospedaliero Vittorio Emanuele II di Bisceglie quale Ospedale di I livello e, in conseguenza di ciò, di confermare i 12 posti letto di cardiologia presso l’Ospedale di Bisceglie”.
Le rappresentanze sindacali chiedono per questo una pronta risposta e un intervento regionale “teso a garantire la tutela della salute dei cittadini, nelle more della realizzazione del nuovo Ospedale del Nord barese, mantenendo però operativo il Reparto di Cardiologia presso il presidio ospedaliero “Vittorio Emanuele II”.