“Ritiriamo la candidatura di Antonio Coriolano, perché non diventi un involontario e indesiderato sostegno all’attuale presunta e risicata maggioranza”. Il Movimento 5 stelle irrompe nel dibattito politico della città di Barletta, lo fa con una nota firmata da tutto il gruppo consiliare e lo fa ritirando la candidatura alla presidenza del consiglio comunale di Antonio Coriolano, sostenuta nelle due sedute della massima assise consiliare culminate con la mancata elezione del presidente. La decisione, arrivata a quanto si legge, per non fornire sostegno alla maggioranza ancora ben lontana dall’essersi ricompattata nonostante il ritiro delle dimissioni del sindaco Cosimo Cannito, è il culmine di un’attenta riflessione.
“I cittadini che il 10 giugno ci hanno votato, facendo del Movimento 5 Stelle la prima forza politica cittadina- si legge nella nota- hanno espresso con il loro voto un’alternativa prima di tutto ad un metodo politico, quel metodo che ha consentito alla variegata e poliedrica coalizione guidata dal Sindaco Cannito di vincere al primo turno”. Tale metodo è definito da Michelangelo Filannino, Antonio Coriolano, Maria Angela Carone e Giuseppe Basile: “un’operazione studiata a tavolino per evitare un pericoloso ballottaggio”, e questo, aggiungono- “è stato dichiarato da esponenti della stessa maggioranza”.
Per questo motivo i consiglieri pentastellati chiariscono: “La nostra collocazione in Consiglio comunale non può che essere alternativa a questo metodo, a questo modo di intendere la politica, che non ci appartiene, non appartiene ai nostri elettori e non può più appartenere ai nostri tempi, come i risultati e l’attuale situazione di stallo dimostrano”.
In conclusione della nota però, dopo l’annuncio di un’ opposizione non ostruzionistica ed il ritiro della candidatura del consigliere Coriolano arriva l’apertura: “Restiamo comunque disponibili- affermano i 4 consiglieri- a valutare un’eventuale candidatura del Movimento 5 Stelle alla Presidenza del Consiglio, qualora sulla stessa si dovesse registrare un’ampia convergenza da parte delle opposizioni e della maggioranza del Consiglio comunale. Siamo infatti convinti che solo un Presidente del Consiglio comunale legittimato dalla più ampia condivisione potrà svolgere in piena autonomia quel ruolo super partes, di garanzia e terzietà, che la legge richiede”.