Il rilancio di politiche per la famiglia per uscire dall’inverno demografico più difficile della storia d’Italia. È la Puglia a fare da apripista ad un percorso partecipato che porterà in pochi mesi alla redazione di un piano regionale delle politiche familiari. È qui, come nelle altre regioni del Sud, che si registra uno dei dati più allarmanti, con un calo delle nascite dal 2003 al 2016 del 21%, da 40 mila a 31 mila, 7,6 nati per mille abitanti l’anno (in tutta Italia dal 2008 al 2016 le nascite sono diminuite di oltre 100 mila unità). Lavoro, formazione, salute e fisco saranno i settori in cui intervenire per combattere la denatalità.
Il percorso “plurale e comune”, come lo ha definito il presidente della Regione, Michele Emiliano, è partito con l’avvio della prima Conferenza regionale sulla Famiglia, nella Fiera del Levante di Bari, una due giorni dedicata al confronto tra decine di enti, sindacati, e associazioni, da quelle a tutela delle donne alle famiglie arcobaleno (312 gli iscritti) nata da una mozione approvata all’unanimità dal Consiglio regionale su impulso del Forum Nazionale delle Associazioni familiari. “Una famiglia deve essere messa nelle condizioni di mettere al mondo un figlio: – ha detto Gianluigi De Palo, presidente nazionale del Forum – oggi in Italia la seconda causa di povertà è la nascita di un bambino, la prima è la perdita del lavoro del capofamiglia.
In un paese a nascita zero è uno scandalo. C’è un desiderio di famiglia e i giovani vanno all’estero a realizzare sogni lavorativi, ma anche familiari. Quindi non solo esportiamo cervelli, ma anche pancioni”. L’obiettivo della Conferenza pugliese, prima e unica in Italia nel suo genere per il percorso partecipato che sta avviando, è quello di lavorare per sostenere le famiglie, “superando le divisioni ideologiche”.
Tra le contraddizione emerse sin dall’apertura dei lavori, da registrare una posizione di equilibrio e sintesi: da un lato il consigliere regionale di Forza Italia Nicola Marmo, primo firmatario della mozione, che ha insistito sul concetto di “famiglia tradizionale”, accolto da applausi e qualche fischio, dall’altro il presidente del Consiglio regionale, Mario Loizzo, del Pd, che ha invitato a “superare la visione della struttura familiare intesa come immutabile ed immutata nel tempo”, “rispettando la diversità dei modi con cui le persone organizzano la propria vita affettiva e familiare”.