Aspettando Pasquale Padalino, sempre più in pole per essere il nuovo tecnico del Foggia, a guidare la squadra in panchina nella sfida di questa sera contro la Cremonese (anticipo della sedicesima giornata, sarà il tecnico della Primavera, Gaetano Pavone. Figlio d’arte (suo papà Peppino è stato il direttore sportivo nell’era di Zemanlandia), ma soprattutto profeta in patria, almeno per una notte.
Anche se lui, nella conferenza stampa della vigilia, con massicce dosi di realismo ribadisce di sapere qual è il suo compito (quello appunto di guidare il Foggia nella sfida casalinga contro la Cremonese) e poi lasciare strada al nuovo allenatore.
Quello del recente passato, Gianluca Grassadonia, è stato esonerato ufficialmente martedì scorso ma era già con un piede e mezzo fuori dopo il pareggio casalingo di due lunedì fa contro il Venezia. La sconfitta di domenica a Livorno è stato solo l’epilogo quasi naturale e da lì bisognerà ripartire per risalire anche la classifica.
Pavone non fa mistero del morale sotto i tacchi tra i giocatori, ricorda di aver avuto due soli giorni di tempo per preparare la gara di questa sera allo Zaccheria, ma prova a fare affidamento alla mozione degli affetti: ritrovare lo spirito battagliero potrebbe essere il segnale della svolta, tanto più che la squadra, di fatto, sarà pienamente responsabile della gara contro la Cremonese. Toccherà agli uomini più esperti (Iemmello, Kragl, Galano, Zambelli e il capitano Agnelli), rialzare il Foggia che ha smarrito la strada della vittoria e si ritrova all’ultimo posto in classifica.