E’ il terzo attentato dinamitardo in appena tre giorni.
E’ allarme rosso a Foggia e in provincia, per questa recrudescenza criminale che ha avuto il suo apice, in questi primi giorni del 2020, con l’omicidio di Roberto D’Angelo, il commerciante d’auto ucciso la sera di giovedì. La notte scorsa una bomba è stata fatta esplodere in via D’Aragona, nella zona del cimitero di Foggia, sotto l’auto (una Discovery Range Rover) di un dirigente di una residenza sanitaria assistenziale.
La deflagrazione ha provocato ingenti danni ad altre sei auto parcheggiate accanto al Suv e ha spaventato i residenti della zona: l’esplosione ha provocato anche la rottura dei vetri delle abitazioni ai primi piani dei palazzi di via D’Aragona e le vetrine di alcune attività commerciali.
Chi abita in quella zona racconta di aver pensato ad una fuga di gas e c’è chi solo per un caso fortuito non si è trovato a pochi metri dall’esplosione. Gli inquirenti (le indagini sono affidate agli agenti della Questura di Foggia), hanno ascoltato il dirigente della Rsa che avrebbe dichiarato di non sapere cosa ci sia dietro l’attentato.
Stando a quanto riferito da alcuni residenti di via D’Aragona non sarebbe la prima volta che la vittima subisce danni e scopo intimidatorio all’autovettura. Il proprietario della Range Rover denunciò per estorsione due presunti mafiosi foggiani nell’ambito dell’inchiesta denominata “decima azione”.
Nel novembre del 2018 l’inchiesta portò all’arresto di 30 persone tra presunti affiliati e vertici della criminalità organizzata foggiana, per le quali è in corso il processo. L’uomo denunciò di essere stato vittima di una estorsione da parte dei due uomini che volevano imporgli l’assunzione nella Rsa di una persona da loro indicata.