“Chiediamo che le attività di trasformazione estetica e funzionale attualmente in corso presso Palazzo Tresca siano sospese e conestualmente chiediamo di ricevere gli atti inerenti la concessione edilizia che ha autorizzato tali attività”. Con queste parole riportate in una missiva indirizzata al comune di Barletta, la soprintendenza archeologica di BAT e Foggia ha messo un punto, seppur non ancora fermo, sulle polemiche relative al possibile abbattimento di Palazzo Tresca, stabile del XIX secolo ubicato nel centro della Città della Disfida ed oggetto in questi giorni di numerose polemiche. In realtà per comprendere al meglio la questione bisogna fare un passo indietro di due anni, arrivando fino al 10 agosto 2017 data del rilascio del permesso a costruire relativo allo stabile ottocentesco. Circa un mese dopo tale data la diffusione della notizia dei lavori che avrebbero portato alla demolizione del palazzo suscitarono un dibattito ed un clamore mediatico tale da spingere l’allora sindaco Pasquale Cascella a richiedere al dirigente dell’Ufficio Tecnico comunale Vito Laricchiuta, la sospensione del procedimento. Tale richiesta concluse il primo atto di una vicenda tornata prepotentemente in auge in questi giorni.
Nel consiglio comunale del 30 maggio con una domanda di attualità il consigliere di coalizione civica Carmine Doronzo chiese al sindaco Cosimo Cannito lumi su un possibile avvio dei lavori. A rispondere a Doronzo fu l’assessore all’edilizia Rosa Tupputi la quale evidenziò come il comune di Barletta stia attendendo da ormai un anno dalla Regione Puglia risposte circa la possibiltà di attuare, pur non avendolo ancora recepito, il PPTR. Tale atto rimetterebbe in discussione la possibilità di demolire e ricostruire il palazzo con caratteristiche diverse da quelle originarie. La comparsa, nei giorni successivi al consiglio, di transenne nei pressi del Palazzo ha sollevato un coro di proteste culminate con l’appello di 23 giovani architetti ed ingegneri barlettan pronti a richiedere lo stop dei lavori arrivato poi con la lettera sovrintendenza cui è seguita ordinanza comunale. Esulta il consigliere Carmine Doronzo che parla di vittoria della società Civile.