I magistrati di Bari non saranno degli “homeless”, come temeva il procuratore Giuseppe Volpe. Non lo saranno almeno per qualche tempo ancora, perché il Comune concederà la proroga dei termini per lo sgombero del Palagiustizia di via Nazariantz. Ieri, dopo l’ennesima sollecitazione del capo della Procura e un vero e proprio ultimatum da parte del sindaco Antonio Decaro, l’Inail, ente proprietario del palazzo, ha chiesto formalmente la proroga.
L’immobile è stato dichiarato inagibile tre mesi fa per rischio crollo e il Comune aveva dato 90 giorni per traslocare.
In assenza di una sede dove trasferire tutti gli uffici, però, e alla luce di una recente consulenza tecnica che ritiene il rischio crollo attenuato dopo l’alleggerimento dei piani superiori dai carichi pesanti, Volpe aveva sollevato la necessità di avere più tempo perché si rischiava la paralisi delle indagini in corso.
Dal canto suo il Comune non poteva concedere una proroga in assenza di una richiesta formale da parte dei proprietari della struttura o del Ministero della Giustizia, che occupa l’immobile e ha competenza esclusiva sull’edilizia giudiziaria. A tre giorni dalla scadenza del termini e con il trasloco parziale già effettuato, il sindaco Decaro è arrivato a dover dichiarare che “se non dovesse arrivare una richiesta di proroga entro stasera chiederò al Prefetto di convocare una riunione e sarà il Comune a sostituirsi a tutti e ad assumere le decisioni necessarie”.
“Finalmente”, come detto dallo stesso Decaro, la richiesta è arrivata ed entro oggi i tecnici del Comune stabiliranno per quanto tempo e quali misure di sicurezza dovranno essere adottare per far restare ancora un po’ i magistrati e il personale delle loro segreterie (circa 90 persone) in via Nazariantz. Il problema, però, è tutt’altro che risolto.
Il tempo che il Comune riterrà di concedere, dovrà essere utilizzato per trovare una soluzione alternativa, un immobile cioè in grado di ospitare tutti gli uffici penali baresi. A questo stanno lavorando il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, e i tecnici di via Arenula. “Mi auguro che il Ministero – commenta Decaro – ora voglia cogliere questa opportunità per accelerare i tempi delle decisioni e individuare presto un nuovo immobile dove trasferire la sede del tribunale penale”.
Dopo la dichiarazione di inagibilità del palazzo sede di Procura e Tribunale penale, le udienze sono state celebrate per alcune settimane in una tendopoli allestita nel cortile del Palagiustizia di via Nazariantz. Un decreto legge del Governo ha poi sospeso i processi senza detenuti (con scadenza il 30 settembre), consentendo lo smantellamento delle tende. Quindi, il Ministero ha avviato una ricerca di mercato per individuare un immobile idoneo. La scelta era inizialmente ricaduta sull’ex sede Inpdap di via Oberdan, ma l’aggiudicazione è stata revocata alcuni giorni fa. Il nuovo edificio ancora non c’è e, ad oggi, le uniche sedi disponibili sono l’ex sezione distaccata di Modugno, dove si trasferiranno le aule del Tribunale, e un immobile in via Brigata Regina per gli uffici di Procura e gip, insufficienti ad accogliere tutto il personale.