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Coprire le carenze di personale? Le Asl pugliesi puntano alla Partita Iva. Non solo medici, ma anche giovani laureati non specializzati assunti in pronto soccorso.

Un fenomeno sempre più diffuso che ha scatenato la protesta dell’Ordine dei medici e dei sindacati in quanto alcune assunzioni andrebbero in contrasto con quanto previsto dal contratto collettivo nazionale. La situazione è più o meno la stessa in tutte la Puglia: al Policlinico di Bari e alla Asl Bat – che assunto giovani non specializzati nelle corsie dei pronto soccorso per coprire i livelli essenziali di assistenza – ora si aggiungono quelle di Taranto (che ha coperto alcuni turni in pediatria) e quelle di Lecce e Brindisi che, invece, fanno ricorso a medici laureti non specializzati sia nei pronto soccorso che nei reparti di medicina generale.

La situazione più critica è, però, al Perrino nel brindisino dove su quindici medici, otto sono non specializzati. E alla fine del contratto, andranno via lasciando l’ospedale in sottorganico. Il direttore del dipartimento Salute della Regione Puglia, Vito Montanaro, si prepara a stilare un regolamento per normare l’uso di queste misure eccezionali e vuole farlo proprio assieme all’Ordine dei medici e ai sindacati, attendendo, però, l’esito di una proposta analoga fatta dal Veneto che potrebbe far da apripista.

Il regolamento dovrebbe servire a regolamentare il servizio dei medici non specializzati e con partita Iva, che potrebbero essere utilizzati dalle strutture dopo aver effettuato mobilità, dopo aver fatto scorrere le graduatorie e aver bandito concorsi. Intanto, la Regione punta a risanare le carenze di personale portando avanti le procedure per assumere cinquemila tra medici, infermieri e operatori socio sanitari.