Il gip del Tribunale di Bari Francesco Agnino ha emesso il decreto di giudizio immediato nei confronti di 100 persone, tutte presunte affiliate ai clan Diomede-Mercante e Capriati di Bari, accusate di associazione mafiosa pluriaggravata, tentati omicidi, armi, rapine, furti, lesioni personali, sequestro di persona e violazioni della sorveglianza speciale.
L’indagine dei carabinieri del Ros, coordinata dai pm della Dda di Bari Giuseppe Gatti, Lidia Giorgio e Renato Nitti, è stata denominata ‘Pandora’, come il vaso della mitologia greca all’interno del quale sarebbero racchiusi tutti i mali della mafia barese degli ultimi 15 anni. Tra gli imputati, oltre ai capi storici dei due clan, i boss Giuseppe Mercante e Nicola Diomede, il pluripregiudicato di Bitonto Domenico Conte in qualità di referente dei Capriati (il quale rischia un’altra condanna a 20 anni di reclusione per l’omicidio dell’anziana Rosa Tarantino, avvenuto il 30 dicembre 2017), c’è anche l’imprenditore Roberto De Blasio, ex vicepresidente dell’associazione Fai-Antiracket di Molfetta (espulso dopo l’arresto nel giugno scorso) e titolare di un’agenzia di vigilanza privata.
In dodici anni di indagini, grazie anche alle dichiarazioni di 50 collaboratori di giustizia, gli inquirenti hanno ricostruito le ramificazioni dei due clan, federati tra loro, nell’intera regione, da Bitonto a San Severo, passando per Altamura, Gravina, Valenzano, Triggiano e il Nord Barese, e hanno accertato collegamenti con le altre organizzazioni criminali pugliesi, oltre a rapporti commerciali (per l’approvvigionamento della droga) con ‘Ndrangheta, Cosa Nostra e Camorra. Il processo, salvo richieste di riti alternativi, comincerà il 5 marzo 2019 dinanzi ai giudici della prima sezione penale del Tribunale di Bari e sarà celebrato nell’ex sezione distaccata di Modugno.