Al grido “senza lavoro, c’è agitazione”, gli operai dell’ex Ilva di Taranto, quelli dell’indotto e i sindacati, sono scesi in piazza Santi Apostoli. A Roma per protestare contro il piano industriale presentato da ArcelorMittal (che prevede 4700 esuberi) e per reclamare a gran voce il rispetto dell’accordo siglato tra le parti il 6 settembre del 2018.
La manifestazione nazionale nella capitale, indetta da Cgil, Cisl e Uil ha raccolto tanta partecipazione e tutti gli stabilimenti ArcelorMittal di Italia sono fermi. L’adesione a Taranto è stata dell’90%. Sono partiti dal capoluogo jonico, alla volta di Roma, ben 20 pullman.
“Rimettere al centro il lavoro e le persone che lavorano, questa è la bussola”, è il messaggio lanciato al Governo e alle imprese dal leader della Cgil, Maurizio Landini.
E dal palco della manifestazione unitaria dei sindacati è giunto anche l’avvertimento da parte della segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan: “Finché non avremo le risposte alle questioni che un anno fa abbiamo aperto insieme, noi continueremo nella mobitazione, nella nostra lotta. Non ci bastano i cambiamenti di modi, abbiamo bisogno di risposte”.
E quelle avanzate dai sindacati sono richieste ben precise.
Non sono mancati momenti di tensione. Alcuni manifestanti, diretti al sit-in sull’ex Ilva, hanno fatto esplodere dei petardi dentro e fuori la stazione metro Colosseo.
Il servizio di TrNews.