Ha preso il via da viale Candelaro (il luogo dove il 2 gennaio scorso è stato ucciso Roberto d’Angelo) la grande mobilitazione a Foggia, promossa da Libera, per dire basta ad ogni forma di criminalità e violenza.
Una risposta chiara e immediata agli episodi mafiosi che hanno insanguinato il capoluogo dauno nei giorni scorsi. Ottomila le persone in corteo, oltre 300 le associazioni presenti: i sindacati, le istituzioni e i cittadini hanno così risposto a gran voce “presente” all’appello di Don Ciotti.
La lunga marcia di “Foggia libera Foggia” è così partita dal luogo dove il 2 gennaio scorso è stato ucciso il commerciante d’auto, Roberto D’Angelo. Ed è proprio all’altezza del civico 27 che è stato lasciato un fascio di rose rosse in sua memoria.
“Siamo qui per disinnescare la miccia della paura e della rassegnazione – ha commentato il fondatore di Libera, Don Ciotti – Siamo qui per fare emergere i tanti valori della nostra terra affinché ci sia un passaggio, un cambiamento. È
importante che ci sia continuità. Noi non possiamo lasciare la responsabilità solo sulle spalle della magistratura e delle forze di polizia – ha proseguito il promotore dell’iniziativa – perché c’è una responsabilità di noi cittadini. Guai se non fosse così, guai se viene meno questo”.
A prender parte alla grande mobilitazione a Foggia anche il ministro per le politiche agricole, Teresa Bellanova, il presidente della Regione, Michele Emiliano, magistrati, sindacalisti, politici e studenti ma anche le famiglie delle vittime di mafia.
“Oggi siamo a Foggia con tutti i sindaci della Puglia e cittadini pugliesi che stanno dando solidarietà e sostegno alla città di Foggia minacciata e intimidita dalla mafia. Tutti al fianco dei cittadini di Foggia – ha dichiarato il Presidente della Regione – Tutta la Puglia è Foggia e così sarà per sempre. La Puglia – ha concluso Emiliano – non torna indietro e non si farà fermare da questi criminali”.