consiglio regionale

Dopo il “pasticciaccio brutto” dell’ultimo consiglio regionale pugliese, andato in scena lo scorso 28 luglio, le polemiche politiche non mancano e si cerca di trovare delle spiegazioni, ma anche di capire cosa succederà da qui a breve. Toccherà al governo nazionale intervenire esercitando il potere sostitutivo.

Ora, intanto, si attende che il presidente della Regione in carica firmi il decreto per la convocazione dei comizi elettorali. Se si vorrà davvero andare alle urne il prossimo 20 e 21 settembre – in concomitanza di amministrative e referendum sul taglio dei parlamentari – bisognerà farlo entro il 6 agosto, anche se non si sa con quale legge elettorale farlo.

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Intanto, la colpa della mancata approvazione della legge – con l’introduzione della parità di genere -, viene rimbalzata tra le parti politiche. Il centrodestra, con il consigliere Ventola, ha presentato circa duemila emendamenti durante la seduta. Ma l’emendamento particolarmente temuto lo aveva presentato il Movimento Cinque Stelle e prevedeva l’inammissibilità alle elezioni delle liste che non sono composte almeno al 40 per cento da donne: nel testo originale, invece, era prevista solo una sanzione economica.

A contribuire, però, alla mancata approvazione della legge è stata in realtà anche la maggioranza.