“Il mantenimento del vincolo probatorio non è giustificabile” perché sulla nave è già stato “compiuto un lungo ed estenuante incidente probatorio, diretto a cristallizzare la prova”.
Per questo Il gip del Tribunale di Bari Francesco Agnino ha disposto il dissequestro della motonave Norman Atlantic, il traghetto naufragato nella notte tra il 27 e il 28 dicembre 2014 al largo delle coste albanesi dopo un incendio scoppiato a bordo, causando 31 vittime (19 delle quali mai ritrovate e due, probabilmente clandestini, non identificate) e il ferimento di altri 64 passeggeri.
Il giudice, con parere contrario della Procura, ha accolto l’istanza depositata lo scorso 24 aprile dai difensori della società proprietaria della nave, la Visemar Trasporti Srl, gli avvocati Filiberto Palumbo, Gaetano Castellaneta, Pietro Palandri e Aldo Mordiglia.
Il relitto annerito dalle fiamme fu sottoposto a sequestro probatorio nel dicembre 2014, rimorchiato e ormeggiato nel porto di Bari dal febbraio 2015.
“Il bene – dice il gip – ha subito una modificazione non evitabile tenuto conto dei numerosi accessi sulla nave” e “delle mareggiate registrate nel porto dove la nave è ormeggiata”
Sul naufragio inizierà il prossimo 6 maggio l’udienza preliminare per il rinvio a giudizio chiesto dai pm Ettore Cardinali e Federico Perrone Capano nei confronti di 32 imputati, 30 persone fisiche e due società, per i reati, a vario titolo contestati, di cooperazione colposa in naufragio, omicidio colposo e lesioni colpose plurime oltre a numerose violazioni sulla sicurezza e al codice della navigazione.
Tra gli imputati ci sono Carlo Visentini della Visemar, i due legali rappresentanti della società greca Anek Lines, noleggiatrice della motonave, le stesse società, il comandante Argilio Giacomazzi e 26 membri dell’equipaggio.
La Procura di Bari ha individuato 157 parte offese, 151 tra familiari delle vittime e naufraghi, oltre a Presidenza del Consiglio dei Ministri, ministeri di Infrastrutture e Trasporti, Difesa, Interno e Ambiente, e Inail.