Per la morte del 65enne Fedele Tarantini, saranno ascoltati (nei primi giorni di settembre) dalla Pm della Procura di Trani, Mirella Conticelli, la compagna e i due figli, oltre che il radiotecnico del SerCorato, associazione di cui Tarantini era presidente. I quattro sono iscritti nel registro degli indagati, accusati a vario titolo di omicidio volontario e favoreggiamento, per la morte dell’ex ufficiale della Polizia Locale di Corato. Il 65enne è morto in circostanze sospette il 26 luglio scorso nell’ospedale “Bonomo” di Andria, dopo cinque giorni di agonia.
Tarantini sarebbe stato investito da un Suv in manovra di retromarcia sulla rampa del garage della sua abitazione, alla periferia di Corato. In un primo momento ad assumersi la responsabilità dell’incidente fu la compagna di Tarantini, che è accusata di omicidio volontario. Accusa che, secondo i legali della donna, potrebbe mutare in omicidio colposo e che, probabilmente, potrebbe essere contestata ad altre persone. Infatti le testimonianze fornite dalla donna, dal figlio e dal giardiniere della villa sono apparse contraddittorie tra loro.
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L’ipotesi sulla quale starebbero lavorando gli inquirenti è che la compagna di Tarantini, potrebbe aver voluto coprire qualcun altro: forse proprio il figlio 18enne, nato dalla convivenza con il 65enne, e ora indagato per favoreggiamento. Con la stessa accusa, nel registro degli indagati, c’è anche la sorellastra del giovane, una donna 44enne nata dal primo matrimonio dell’ex ufficiale dei vigili urbani, che avrebbe fornito una falsa testimonianza, nonostante non sarebbe stata presente al momento dell’incidente. Il favoreggiamento è contestato anche al giovane radiotecnico del SerCorato, che avrebbe fornito dichiarazioni fuorvianti agli inquirenti.
Per svelare dettagli fondamentali per dipanare la vicenda, gli agenti della Squadra Mobile di Bari stanno cercando di recuperare i file, seppur danneggiati, contenuti negli hard disk con le registrazioni delle immagini dell’impianto di videosorveglianza dell’abitazione di Tarantini che sono stati consegnati soltanto qualche giorno fa, proprio dal figlio 18enne della vittima. La consegna ai poliziotti è segno di una collaborazione degli indagati seguiti dagli avvocati Michele Musci e Michele Quinto. Sono proprio i legali, inoltre, ad aver chiesto l’interrogatorio alla Pm Conticelli: i colloqui saranno calendarizzati dal prossimo cinque settembre e potrebbero vedere ritrattazioni ed eventuali nuove assunzioni di colpa.