Instaurare un rapporto nuovo tra il siderurgico e la città: un auspicio rilanciato da monsignor Filippo Santoro, arcivescovo metropolita di Taranto e presidente della Commissione episcopale per per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace della Conferenza Episcopale Italiana. Parole dette lì dove si produce l’acciaio, nella sede dell’ex Ilva, oggi Arcelor Mittal, nel corso dell’omelia che monsignor Santoro ha tenuto durante la celebrazione del precetto pasquale nello stabilimento tarantino. Ad ascoltare quell’appello dell’arcivescovo, non solo i dipendenti di Arcelor, ma l’amministratore delegato dell’azienda, Matthieu Jehel, il Prefetto di Taranto, Antonella bellomo, autorità politiche, civili, militari e religiose.
“Taranto ha pagato quello che Papa Francesco chiama debito ecologico” ha ricordato monsignor Santoro. Ha prodotto acciaio per tutto il Paese ed ora piangiamo i nostri morti adulti e bambini. Sono le due facce della stessa medaglia di una città divisa tra la salvaguardia dei posti di lavoro nel siderurgico e le preoccupazioni della popolazione per l’impatto ambientale. “I timori sono legittimi – sottolinea monsignor Santoro – e sono accentuati dalla ricorrente danza dei dati relativi alle emissioni”
“Per questo – ha puntualizzato – mi permetto di sollecitare i dovuti monitoraggi in corso da mettere in relazione con quelli degli anni precedenti, con i limiti previsti dalla normativa e con quelli ritenuti accettabili dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, in modo da poter discernere tra le legittime preoccupazioni e gli allarmismi”. La sfida è quella di instaurare un rapporto nuovo tra il siderurgico e la città, e richiede lo sforzo di tutti, in primo luogo del siderurgico”. Un campo “potrebbe essere quello – ha concluso l’arcivescovo – di uno screening gratuito per le patologie da inquinamento per i quartieri prossimi alla azienda, finalizzato a sperimentare procedure per intercettare in tempi rapidi segnali importanti che possano prevenire l’insorgenza di malattie polmonari per loro natura rapide e infauste. Occorre quindi procedere con sollecitudine nell’attuazione del programma delle bonifiche, fuori e dentro lo stabilimento.