Una Serie D che manca da 24 anni e che, adesso, si trova a sole 5 partite di distanza.
Per essere sicuri di festeggiare la vittoria del campionato, al Molfetta servono 10 punti negli ultimi 450 minuti di campionato: tre vittorie ed un pareggio, possibilmente da conquistare prima dell’ultima giornata, quando i biancorossi saranno ospiti del Corato secondo in classifica. Stringere i denti e dare il massimo per evitare, appunto, che lo scontro diretto con la prima inseguitrice si riveli decisivo.
Un obiettivo alla portata della squadra di Bartoli, che finora ha perso un solo match in campionato: a Barletta, ma contro l’Audace, all’andata, con un netto 3-0 poi restituito nel match di ritorno al “Paolo Poli”. Nel mezzo, una serie di elementi e di combinazioni che hanno portato il Molfetta in testa alla classifica, tenendo botta, spesso in silenzio, alle spalle di un Corato inizialmente roboante ma che, alla lunga, ha perso troppi punti per strada anche per concentrarsi sul fronte della Coppa Italia.
Fino a questo momento, la forza della squadra è stata il collettivo, che ha pagato più dei singoli di tante altre rivali. Tucci tra i pali a dimostrazione di quanto sia importante un portiere senior in Eccellenza, una difesa che ha visto in Anaclerio il leader indiscusso e in Monteduro l’under più sorprendente, un centrocampo in cui Scialpi ha letteralmente dominato in lungo e in largo e Barrasso è definitivamente esploso, con buona pace di chi non è riuscito a trattenerli a Barletta. Ma soprattutto l’attacco: Triggiani trascinatore in doppia cifra fino all’infortunio, quando sembrava la fine della rincorsa al primato, poi è salito in cattedra un Ventura devastante, diventato prepotentemente capocannoniere dell’Eccellenza e simbolo di una squadra indomabile.
Indomabile come a San Pietro in Lama, dove senza alcun dubbio è arrivata la svolta: Deghi avanti 2-0, poi rimonta e vittoria per 3-2 all’ultimissimo secondo con la firma, anche superfluo citarla, del centravanti più decisivo del campionato. In quel preciso momento, nel pieno di una lotta estenuante al vertice, il Molfetta ha realmente capito di poter staccare tutti. Adesso, con la sosta forzata per l’emergenza Coronavirus, gli uomini di Bartoli dovranno recepire l’ultimo messaggio: tenere duro fino alla fine e blindare quel +6 sul Corato, senza nessuna distrazione. Il “Paolo Poli” scalda i motori e si prepara a festeggiare una Serie D che manca dal 1996. In tanti, sugli spalti, stanno per viverla per la prima volta.