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La cura Bartoli, i gol di Ventura, Triggiani e Morra, l’apporto qualitativo di Scialpi, Lavopa, Anaclerio e Vitale, oltre il mercato del ds Frascati: alle spalle di una realtà che, a Molfetta, a 24 anni dall’ultima volta (correva l’anno 1996, nda), si è alzata sui pedali, ha mantenuto il primo posto dell’Eccellenza pugliese con 6 punti di vantaggio sul Corato e, dopo la sospensione del torneo regionale, ha tagliato per prima il traguardo della serie D. Biancorossi troppo forti, dunque. Il segreto? Un gruppo affamato e coeso.  

La festa promozione si è svolta al Poli, gioiello sportivo bagnato dall’Adriatico e, ieri sera, sferzato anche dal vento. La squadra biancorossa ha ricevuto un degno tributo da parte dei tifosi, seduti in gradinata. Tutti i giocatori, lo staff tecnico, i dirigenti e la società, protagonisti di una cavalcata vincente, sono stati chiamati dal presentatore Pako Carlucci in una serata che ha partorito già una certezza, un punto fermo su cui ripartire: Bartoli, un professionista serio e vero, siederà ancora sulla panchina biancorossa. 

Ma il Molfetta dovrà ripartire anche e soprattutto dai propri tifosi, quelli veri, quelli che ieri hanno regalato spettacolo, fra coreografie, cori e fumogeni biancorossi nel pieno rispetto delle norme anti Covid-19. 

Per Molfetta, squadra di una città di quasi 60mila abitanti, però, sarà fondamentale il supporto delle istituzioni (in progetto c’è l’ampliamento del Poli e la realizzazione del settore dei distinti, nei pressi della tribuna) e il coinvolgimento delle aziende che sorgono fra i capannoni della zona industriale, almeno secondo Ennio Cormio, con gli occhiali da sole per coprire gli occhi lucidi. 

Chi gongola è invece il sindaco, Tommaso Minervini. A Molfetta, ieri, si è tenuta la prima festa promozione in epoca Covid-19. Un primato italiano. 

Non ci siamo dimenticati di Salvatore D’Alesio, che ha concesso il bis. Lui c’era già passato con il Monopoli, dopo l’infausto epilogo col Terlizzi. Una promozione imperiosa, quella in biancoverde, ma in biancorosso ha fatto ancora meglio. 

Molfetta, dunque, vince l’Eccellenza con voglia e sudore. Conosce la sua forza e in questi anni ha sempre saputo rialzarsi. Orgoglio, sofferenza, tanta competenza. Ma soprattutto serie D.