“La morte arriva per un tradimento, perché Satana entra in un uomo e lo rende omicida. Vincenzo è morto tradito da un uomo per il quale egli stesso stava donando la vita”. Sono le parole pronunciate dall’arcivescovo Santo Marcianò, nel corso dell’omelia dei funerali del maresciallo maggiore dei carabinieri, Vincenzo Di Gennaro, ucciso sabato mattina da un pregiudicato a Cagnano Varano, in provincia di Foggia. In migliaia hanno così affollato la cattedrale di San Severo per porgere l’ultimo saluto ad un uomo che ha dato e ha sacrificato la sua vita per lo Stato.

Al suo ingresso, nella Chiesa di Santa Maria Assunta, il feretro è stato accolto da un lunghissimo e caloroso applauso. Sulla bara presenti il berretto indossato dal maresciallo e il tricolore (lo stesso che i suoi colleghi di caserma hanno apposto sull’auto di servizio crivellata di colpi di arma da fuoco).  Nel segno del grande attaccamento alla divisa e al senso dello Stato che ha accompagnato Vincenzo Di Gennaro in tutta la la sua vita.

Hanno preso parte alla solenne celebrazione, anche il Premier Giuseppe Conte, il Presidente della Camera Roberto Fico, il ministro della Difesa Elisabetta Trenta e quella del Sud Barbara Lezzi. Ed è stato proprio il presidente del Consiglio dei Ministri, al termine del funerale, a stringersi in un lungo abbraccio con il padre Luigi e con la sorella Lucia. Mentre il comandante generale dell’Arma, Giovanni Nistri, ha voluto sottolineare e porre attenzione alle parole toccanti pronunciate dall’anziano papà della vittima: “Il signor Luigi ha dichiarato come non perderà mai la fiducia nello Stato. Questo è il motivo per cui a nome di tutta l’Arma dei Carabinieri devo ringraziarla- ha ribattuto Nistri- Devo ringraziare lei, Stefania e Lucia. Tutta questa certezza nei valori dello Stato sono i valori che avete trasmesso a Vincenzo”.

Intanto l’autore del delitto, Giuseppe Papantuono, è stato ascoltato dal Gip del Tribunale di Foggia, Marialuisa Bencivenga per l’udienza di convalida del fermo. “L’uomo, non ha proferito alcuna parola – ha dichiarato il suo legale, nominato d’ufficio, l’avvocato Raffaele Lepore – L’interrogatorio è durato pochi minuti”. Papantuono si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il Gip ha dunque convalidato il fermo, disponendo la detenzione in carcere.