La solidarietà non ha colori e una sola squadra da sostenere: quella che riesce a regalare un sorriso a chi ne ha bisogno.
La squadra l’hanno messa su da quattro anni i componenti della Juventus Club “Gianni Agnelli” di Cerignola. In 280 (quanti sono i soci tesserati) si impegnano, in silenzio, per raccogliere fondi e doni da destinare ad associazioni di volontariato ed opere di carità. Anche in queste festività natalizie (il periodo dell’anno favorevole ad essere tutti più buoni) il direttivo dello Juventus Club, guidato dal presidente Gianni Pugliese e trainato, in queste iniziative, da Andrea Padovano, ha vinto la propria partita solidale.
Nella sede del club vengono illustrati i risultati raggiunti: il vestiario e i generi alimentari donati dalle attività commerciali cittadine (tra queste anche una importante azienda di ortofrutta) saranno consegnati alle suore domenicane del Santissimo Sacramento che gestiscono l’Opera Pia del Buon Consiglio nella quale vengono ospitati i ragazzi orfani.
Le donazioni in denaro (e anche in questo caso la cifra raccolta è frutto di offerte da parte delle attività commerciali cittadine, ma anche dei soci del club) sosterranno le attività della Lega Italiana Fibrosi Cistica e dell’associazione Agape di San Giovanni Rotondo, che si dedica all’assistenza socio sanitaria per le famiglie di bambini ricoverati presso l’unità operativa di oncoematologia dell’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza. Gesti concreti, quelli dello Juventus Club, che si possono toccare con mano: lo confermano i volontari del Soccorso Cooperativa Apulia, ai quali dopo il defibrillatore è stata donata una sedia cardiologica da utilizzare sulle proprie ambulanze.
E un sorriso, in queste festività natalizie, lo restituiranno anche i piccoli calciatori della Soccer Accademy (sono circa duecento) quando indosseranno i completi da gioco donati dallo Juventus Club. Che alla passione per una squadra ci associa, da anni, l’impegno nel sociale con iniziative benefiche e appuntamenti di aggregazione come le biciclettate estive. Perché la solidarietà non ha colori o, forse, è un arcobaleno che appartiene a tutti.