La plastica torna ad essere vietata sulle spiagge pugliesi. Il Consiglio di Stato ha accolto l’istanza cautelare della Regione Puglia sospendendo il provvedimento del Tar Puglia che aveva, a sua volta, sospeso l’ordinanza balneare plastic free.
L’udienza di merito si discuterà il 29 agosto 2019 ma, nel frattempo, l’ordinanza della Regione resta ferma e operativa. Con questo decreto il Consiglio di Stato ha in sostanza reintrodotto il divieto di utilizzo della plastica in lidi e spiagge pugliesi. Secondo il giudice che ha accolto l’istanza della Regione, l’ordinanza è stata emanata nel legittimo esercizio delle prerogative dell’ente in materia di tutela del demanio costiero, avendo perseguito “indirettamente l’effetto di innalzare il livello minimo di tutela imposto dallo Stato in materia ambientale”.
Per i giudici amministrativi di appello, inoltre, non vi è alcun contrasto con la direttiva 2019/904 del Parlamento europeo e del Consiglio del 5 giugno 2019, in quanto “l’ordinanza regionale si limita a vietare l’uso di prodotti in plastica monouso nelle sole aree demaniali marittime e non incide, viceversa, sulla produzione e distribuzione di tali prodotti, cui si rivolge la disciplina europea”. Il Tar, invece, accogliendo il ricorso di alcune associazioni di produttori e distributori di bevande, aveva ritenuto che la recente direttiva europea sulle plastiche monouso invocata nell’ordinanza regionale “necessita di misure di recepimento spettanti allo Stato, anche perché incidente sulla tutela della concorrenza nella parte in cui importa restrizioni al mercato dei prodotti di plastica monouso”.
Il Consiglio di Stato ha stabilito, in sostanza, che la Regione ha “legittimamente perseguito – si legge nel decreto – l’interesse pubblico di settore ad una ordinata, sicura, armonica e civile fruizione del demanio marittimo” e ha deciso di sospendere l’ordinanza prima di decidere nel merito perché “la stagione estiva in corso non consente oggettivamente di procrastinare sino alla prossima camera di Consiglio la decisione cautelare d’appello”.