Il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, la definisce una ipotesi inaccettabile. Il vice premier e ministro per lo sviluppo economico, Luigi Di Maio, va ancor più diritto al cuore del problema e in una trasmissione radiofonica dichiara: “Non va bene che gli accordi non vengano rispettati: la prossima settimana ho già convocato le parti al Ministero”.
L’annuncio di Arcelor Mittal, arrivato nel pomeriggio di mercoledì con un comunicato stampa, non solo ha spiazzato ma ha anche fatto arrabbiare mondo politico e sindacale. La crisi dell’acciaio e la stagnazione del mercato, spiegano i vertici dell’ex Ilva, obbliga l’azienda a mettere in cassa integrazione per 13 settimane 1.400 lavoratori. Decisione inaccettabile la definisce il presidente della Giunta pugliese, Michele Emiliano: “Ci sono ancora 2.600 lavoratori ex Ilva in cassa integrazione e non se ne possono aggiungere altri 1.400. Invitiamo l’azienda a ritirare l’iniziativa. Arcelor Mittal, aggiunge Emiliano, ha tutti gli strumenti per fronteggiare la contrazione del mercato dell’acciaio senza intaccare i livelli occupazionali dello stabilimento di Taranto.
La decisione di Arcelor Mittal di chiedere la cassa integrazione per 13 settimane arriva a sei mesi dalla stipula dell’accordo sindacale (8 settembre) al Mise che ha portato all’assunzione di 10.700 lavoratori nei vari siti (8.200 a Taranto). “È una decisione difficile, ma le condizioni del mercato – ha commentato l’AD di ArcelorMittal Italia, Matthieu Jehl, sono davvero critiche in tutta Europa. Ci tengo a ribadire che sono misure temporanee”. I sindacati contestano apertamente il ricorso agli ammortizzatori sociali. Per il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, il governo deve varare “un decreto legge per far pagare i danni a chi ha usufruito di agevolazioni e poi fa quello che gli pare”. “Arcelor Mittal deve rispettare l’accordo firmato”, aggiunge la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan. Francesca Re David, segretaria generale Fiom-Cgil, chiede un incontro urgente al Mise “per una verifica degli impegni sottoscritti”. Nonostante “questo scenario molto critico” ArcelorMittal “conferma l’impegno su tutti gli interventi previsti per rispettare il piano industriale e ambientale, al termine dei quali, con un investimento da più di 2,4 miliardi, Taranto diventerà il polo siderurgico integrato più avanzato e sostenibile d’Europa”.