Pisicchio

Hanno dato riscontri “positivi” le perquisizioni effettuate dalla Guardia di Finanza – a documenti, ma soprattutto smartphone – nell’ambito dell’inchiesta per corruzione che coinvolge l’assessore regionale all’Urbanistica, Alfonso Pisicchio. Alcuni mesi di ascolto delle telefonate dell’assessore e del fratello Enzo hanno convinto la Procura che fosse il momento di accelerare e cercare i riscontri di ciò che gli indagati si dicevano per telefono: raccomandazioni, soprattutto, per ottenere l’assunzione di persone amiche e parenti nelle società partecipate e in ditte che si aggiudicavano appalti pubblici.

Secondo la tesi investigativa – smentita dallo stesso Pisicchio – i favori erano finalizzati a nutrire l’elettorato in vista delle regionali di settembre, alle quali l’assessore intende candidarsi con la lista “Senso civico – Un nuovo ulivo”.

La speranza era di bissare il successo di cinque anni fa. Anche il Comune di Bari finisce sotto i riflettori per le telefonate che Enzo Pisicchio fa al dirigente del settore Tributi, Francesco Catanese, che è stato responsabile del procedimento di alcuni bandi aggiudicati a società che avrebbero avuto rapporti con Pisicchio e in cui avrebbero ottenuto assunzioni di persone amiche anche altri esponenti della politica regionale, orbitanti nell’area di centrosinistra. Il meccanismo, per le partecipate, era sempre lo stesso – ipotizzano in Procura –. Le nomine non sarebbero fatte direttamente, ma tramite appalti da esse assegnati. Come accaduto per Aeroporti di Puglia, InnovaPuglia, PugliaSviluppo e, soprattutto, l’Ente ospedaliero “De Bellis” di Castellana Grotte.

Nel mirino è finito, in particolare, il servizio Cup assegnato, nell’autunno 2019, alla Plus Innovation Srl, di cui era amministratore Giovanni Riefoli co-indagato nell’inchiesta. Dopo l’aggiudicazione delle gare, l’imprenditore avrebbe assunto personale indicato dai fratelli Pisicchio. Tra gli assunti ci sarebbe anche la moglie del dirigente del Comune di Bari, Catanese.