Avevano tentato di compiere quattro agguati a Trani, Trinitapoli, San Ferdinando e ne stavano programmando un altro a Milano. I Carabinieri, coordinati dagli inquirenti della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari Luciana Silvestris, Ettore Cardinali con l’aggiunto Francesco Giannella, hanno “bloccato la scia di sangue”, che partiva proprio da Trinitapoli, arrestando otto persone. Negli ultimi sedici anni la guerra tra le organizzazioni Carbone – Gallone da un lato e dei Miccoli – De Rosa e Valerio – Visaggio dall’altro, per il controllo dei traffici illeciti nel territorio, ha portato a dodici agguati e ben sette morti. Ultimo, quello del 14 aprile scorso, ai danni del boss Cosimo Damiano Carbone che aveva lasciato il ruolo di vertice a suo nipote Giuseppe Gallone, oggi finito in carcere.
Le indagini hanno documentato l’aspetto militare dell’organizzazione criminale che si stava armando per vendicare la morte del boss e guadagnare “l’egemonia totale uccidendo chiunque appartenesse ai gruppi rivali”, hanno riferito gli inquirenti. L’attività è stata supportata da intercettazioni telefoniche e ambientali che hanno documentato le fasi organizzative degli attentati e le esercitazioni con le armi nelle campagne per accertarsi che funzionassero. Questo ha evidenziato la “fibrillazione assoluta nel territorio di Trinitapoli” e numerosi collegamenti con la batteria mafiosa di Moretti della Società Foggiana. Dalle intercettazioni emerge, inoltre, che i presunti colpevoli sentivano il fiato sul collo delle forze dell’ordine sul territorio, tanto che avevano cominciato a “cronometrare i passaggi per capire quanto tempo avevano per compiere gli attentati”. Agli indagati si contestano i reati di detenzione, possesso e porto di armi: a tutti è stato constato l’aggravante del metodo mafioso.