Cresce l’attesa per il tavolo istituzionale sull’Ilva, in programma mercoledì 5 settembre al ministero dello Sviluppo economico. I sindacati si aspettano chiarezza e rassicurazioni dal vice-premier Luigi Di Maio, altrimenti scatterà la mobilitazione generale, già in programma per l’11 settembre, con scioperi in tutti gli stabilimenti del gruppo e un presidio sotto la sede del Mise.
Di Maio non anticipa i temi dell’incontro. “Quando si deve annullare una gara – ha dichiarato – non basta che la stessa sia illegittima, ma serve l’interesse pubblico concreto e attuale. So di un abuso di potere e so che l’atto è illegittimo, ma ancora non sussistono tutti i requisiti per annullare la gara. Ne serve un altro, che stiamo verificando”.
Il contratto di aggiudicazione ad ArcelorMittal, firmato il 5 giugno del 2017, sembra ancora in bilico. Come può proseguire, allora, la trattativa sindacale con la multinazionale dell’acciaio, se la gara rischia di saltare? Il segretario generale della Fim Cisl Taranto, Valerio D’Alò, a tre giorni dal tavolo romano, anticipa una questione preliminare. “Ci deve essere spiegato – ha detto – se l’interlocutore che abbiamo di fronte, con cui dobbiamo condurre la trattativa per uno, due giorni o un mese, è quello legittimato a condurla. In caso contrario, stiamo parlando con qualcuno che non può stare al tavolo”.
Il sindacalista, poi, rincara la dose: “Se la gara va annullata – ha proseguito –, lo dicano chiaramente. Per andare all’incontro con serenità ci serve qualcuno che ci dica: ‘Vi state sedendo con l’acquirente dell’Ilva’. Altrimenti non so di cosa dovremmo parlare e con chi. Se invece Mittal resta il nostro interlocutore, siamo disposti a portare avanti la trattativa anche durante le nottate per portare a casa il risultato”.
Per lo sciopero, al momento, non c’è alcun dietrofront. RicevutI i pareri di Anac e Avvocatura dello Stato sul contratto di aggiudicazione del giugno 2017, nonché la relazione del ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, il Governo dovrà ora fare chiarezza sul futuro del Siderurgico. Al vertice di mercoledì sono stati invitati Aem InvestCo, i commissari straordinari dell’Ilva, la Federmanager e i rappresentanti dei sindacati metalmeccanici, chimici e del trasporto interessati alla vicenda per l’indotto.
Anche per Maurizio Landini, della segreteria nazionale Cgil, il governo è ormai a un bivio. “Andremo al tavolo di convocazione – ha puntualizzato – e chiederemo che il Governo chiarisca effettivamente che Mittal è il soggetto a cui vuole vendere l’Ilva. È la condizione per andare a una trattativa”.
Il ministro per il Sud, Barbara Lezzi, ha infine assicurato: “Il Governo sta cercando di approfondire ancora alcuni passaggi. Poi sarà la legalità a indicarci la direzione da imboccare. Di certo non prendiamo la questione Ilva come una questione solo occupazionale. È necessario che Taranto ricominci a vivere e respirare”.