Bitonto oggi ha ricordato un figlio della sua terra, il poliziotto 24enne Michele Tatulli, scomparso tragicamente 40 anni fa a causa di un attentato a Milano – dov’era in servizio -, poi rivendicato dalle Brigate Rosse.
Un ragazzo buono che, come tanti coetanei di quegli anni, decise di indossare la divisa per servire lo Stato.
All’interno dell’atrio del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Bitonto – nello storico Palazzo Ventafridda – le massime autorità militari, religiose, civili e i parenti di Michele lo hanno ricordato scoprendo una stele.
Un ricordo terribile, soprattutto per i parenti, che l’avevano visto tornare pochi giorni prima in città per le festività natalizie. Alle 8.15 di quella mattina Michele Tatulli era in servizio di perlustrazione, in borghese con un’auto civetta per fabbriche e scuole nella parte Sud di Milano assieme ad altri due colleghi Rocco Santoro e Antonio Cestari.
All’improvviso vengono speronati da una 128 bianca e i brigatisti Nicolò De Maria, Barbara Balzerani, Mario Moretti e Nicola Gianicola, sparano rivendicando l’atto come “benvenuto” al Generale Dalla Chiesa appena giunto a Milano.
La manifestazione si è poi spostata all’interno del teatro “Traetta” dove è stata ricordata la figura di Michele Tatulli, nell’ambito di un dibattito legato al contesto storico nel quale è maturato l’attentato di cui è stato vittima, ma anche per sottolineare com’è vissuto.
I ragazzi hanno potuto comprendere meglio la vicenda grazie al contributo del procuratore aggiunto della DDA Francesco Giannella, il dirigente della Digos Michele De Tullio, il sindaco Abbaticchio e l’Arcivescovo della Diocesi di Bari – Bitonto Mons. Francesco Cacucci.