Il mercantile turco, arenato a Bari sabato scorso, è ancora a 200 metri dalla spiaggia di Pane e Pomodoro e, ora, il primo obiettivo è scaricare le 37 tonnellate di carburante all’interno della Efe Murat per scongiurare un disastro ambientale.
L’imbarcazione nelle ultime 36 ore si è incrinata di 12 gradi e, continuando a sbattere sui frangiflutti, pare stia anche imbarcando acqua da una falla, motivo per cui l’equipaggio, composto da 15 persone, ha abbandonato la nave. Questi ieri pomeriggio sono stati ascoltati, con l’intento di ricostruire la dinamica, dalla polizia giudiziaria della Capitaneria di Porto e dalla Pm Larissa Catella, a capo dell’inchiesta per naufragio colposo aperta dalla procura di Bari.
Il mercantile, lungo ben 97 metri, – stando alle prime ipotesi – avrebbe perso la governabilità a causa del vento, con raffiche a 40 nodi, e del mare molto agitato. Era partito da Ortona, in Abruzzo, dopo aver scaricato un carico di grano e viaggiava più leggero rispetto al solito: il comandante aveva chiesto di potersi avvicinare a causa del peggioramento delle condizioni metereologiche, ma pare abbia perso il controllo del mezzo, finendo la sua corsa sulla barriera frangiflutti. Inutili le operazioni di soccorso immediato con il rimorchiatore Galesus della Capitaneria, anch’esso arenato e incagliato sul basso fondale sabbioso.
Le manovre di rimorchio e rimozione definitive, probabilmente, non avverranno prima di martedì prossimo, quando arriveranno due imbarcazioni dalla Grecia e dalla Sicilia.