In teoria avrebbero dovuto solo essere i consiglieri del Movimento Cinque Stelle a disertare il consiglio comunale convocato per mercoledì sera ad Andria. In pratica al primo appuntamento in calendario (perché c’è una seconda convocazione che dovrebbe evitare altre brutte figure) non si è presentato nessuno: sindaco, assessori, consiglieri di maggioranza e quelli di opposizione. Aula desolatamente vuota, quella del consiglio comunale (anche se al primo appello avevano risposto in quattro) con il presidente dell’assemblea, Marcello Fisfola, che risponde assente ad ogni nome pronunciato dal segretario generale. Operazione durata poco meno di due minuti e chiusa con la presa d’atto che il consiglio non si può celebrare.
La situazione resta fluida, con le riunioni di maggioranza che si sono susseguite per tutta la giornata (una era in corso anche mentre veniva decretata la seduta deserta del consiglio comunale). Il nodo da sciogliere è quello degli equilibri di bilancio: i conti del Comune, come certificato anche dalla dirigente del settore Finanze, sono in rosso (c’è un disequilibrio di undici milioni di euro). L’unica strada praticabile, a giudizio della dirigente del settore finanze, è quello del pre dissesto: in pratica il consiglio comunale dovrebbe approvare una delibera con la quale si chiede, al Ministero delle Finanze e alla Corte dei Conti, di accedere al fondo di rotazione con i debiti del Comune verrebbero spalmati su trent’anni. Soluzione che il sindaco e parte della maggioranza di centro destra vorrebbe evitare. Al consiglio l’ardua sentenza.