“Il bene torna Comune”. Si chiama così il fondo di circa quattro milioni di euro messo a disposizione dalla Fondazione “Con il Sud” per restituire alla collettività beni in disuso che tornano a prendere vita attraverso attività socio – culturali sostenibili promosse dalle comunità locali. Sono sette i progetti selezionati in tutto il Meridione, due dei quali in Puglia: uno a Lecce, con l’ex convento dei Carmelitani a Nardò, e l’altro a Bari, con il Palazzo Planelli – Sylos di Bitonto. Lo stabile, che risale al 16mo secolo, appartenne in passato a Nicola Antonio Planelli, maestro della zecca di Napoli, e in tempi recenti alla famiglia Adriani che commerciava tessuti. Le nostre telecamere hanno fatto ingresso nell’immobile, in via eccezionale prima che comincino i lavori di restauro che lo renderanno una perla nel borgo antico della città dell’olio.
Il progetto che vedrà il recupero del palazzo nobiliare, si chiama “BACKstage – Imparare a leggere le trame” perché l’intreccio sarà nelle stoffe e nei racconti. A spiegarcelo la referente della cooperativa capofila
“Ci sono tre assi su cui si muoverà la nostra proposta operativa: il fulcro sicuramente è la creazione di una sartoria che coinvolgerà soggetti svantaggiati di vario tipo, la creazione di un cinema – una piccola sala cinematografica, che sarà legata ad una selezione dei film che saranno proiettati – e poi un laboratorio, sede formativa, sia per le attività della sartoria che per il cinema e il teatro tout court”
L’iniziativa, quindi, prevede la creazione – in un ambiente di 450 metri quadri – di un laboratorio professionale di confezionamento abiti per permettere di valorizzare una tradizione locale, l’allestimento di una sala formazione cinematografica, rivolta soprattutto ai bambini e la creazione di un museo “visuale di quartiere” che prevede la raccolta di materiale fotografico per ricostruire la memoria e l’identità del borgo antico di Bitonto.
È proprio in quelle strade, nei luoghi più vicino allo spaccio, alla piccola delinquenza, che la cordata degli undici gruppi, tra cooperative, associazioni, scuole e laboratori di creazione, cercherà di occupare soggetti svantaggiati, al fine di sottrarre i giovani alle mani della malavita locale facendo diventare quel luogo un nuovo punto di riferimento per i cittadini.