Il timore è che la cessione del credito che Monte dei Paschi di Siena vanta nei confronti di Salapia Sale, sia già avvenuto in mani straniere.
Timore, quello dei rappresentanti dei lavoratori della salina di Margherita di Savoia, che cresce anche dopo l’incontro avuto a Siena con i vertici dell’istituto di credito. Altrimenti non si comprenderebbe il senso della protesta che una rappresentanza di lavoratori ha portato sino a Roma. L’obiettivo è quello di sollecitare l’intervento del ministro per lo Sviluppo Economico, Luigi Di Maio ma, soprattutto, di scongiurare che la salina di Margherita di Savoia finisce in mani francesi.
E’ questione complessa quella che riguarda il futuro della salina e dei suoi 120 lavoratori: Monte dei Paschi di Siena ha messo all’asta il proprio credito vantato nei confronti di Salapia Sale, società che controlla Atisale.
La cessione di quei sedici milioni di euro di credito determinerebbe il controllo della società che gestisce le saline margheritane. Due sono le proposte arrivate a Monte dei Paschi per rilevare il credito e tra queste quella francese, della società Le Groupes Salinis, sembra aver ottenuto il maggior gradimento rispetto alla proposta di una cordata di imprenditori locali. Ma i lavoratori temono che l’opificio margheritano possa essere chiuso se la salina finisse in mani straniere ed è il motivo che li ha spinti sino a Roma per chiedere l’intervento del ministro Di Maio.
Sul futuro della salina, intanto, dopo quello del sindaco di Margherita di Savoia, Bernardo Lodispoto, c’è da registrare anche l’intervento della consigliere comunale del Partito democratico, Antonella Cusmai: “Più che appellarsi al presidente della regione Emiliano, come ha fatto il sindaco, sarebbe importante chiedere un intervento della Regione ai tavoli di concertazione che fanno fatti con un piano industriale” chiosa l’esponente del Pd.