furbi del cartellino

Da parcheggiatore abusivo a marcatore di cartellini. Dirigenti medici, infermieri, operatori tecnici e autisti. Sono tredici gli arrestati, 46 gli indagati, che hanno fatto sprofondare ancora una volta – dopo la vicenda di Molfetta – la sanità pugliese. Questa volta è toccato al personale in servizio all’ospedale “San Giacomo” di Monopoli, responsabili di numerosi fatti di truffa aggravata ai danni dell’Asl di Bari.

L’indagine svolta dai Carabinieri di Monopoli è stata avviata tramite numerose segnalazione di assenza del personale nella struttura. Questo soprattutto da ottobre a dicembre 2018 e a gennaio 2019. Sono seguiti monitoraggi costanti, grazie alle videocamere di sorveglianza dell’ospedale – specie in prossimità dell’apparecchiatura per marcare e smarcare il cartellino – e a servizi di pedinamento.

Tra le prove anche false dichiarazioni

Tra le prove anche false dichiarazioni, rese agli uffici amministrativi, di mancata registrazione in entrata o uscita per impedire il controllo sull’attività lavorativa effettivamente svolta.

È stato accertato che arrestati e indagati uscivano per acquisti, per andare al bar o al mare addirittura verso residenze estive. In quattro mesi sono state sottratte 660 ore di servizio in totale, per un danno economico alla Asl di Bari quantificato in 25 mila euro. A causa del coinvolgimento di diversi medici alcune sedute operatorie previste per oggi sono state rinviate.

“Le Asl stanno collaborando da tempo con Magistratura e Forze dell’Ordine per stanare i casi di assenteismo diffuso – ha dichiarato il governatore, Michele Emiliano -. Come Regione Puglia abbiamo dato vita ad un nucleo ispettivo che segnala automaticamente alla Procura e alla  Corte dei Conti tutti i casi denunciati alle strutture. Ci saranno dei procedimenti disciplinari e relativi licenziamenti nel rispetto della legge, perché chi si comporta male danneggia anche i tantissimi lavoratori diligenti e onesti”. E poi ancora un invito: “Denunciate, non sentendo di compiere un gesto di slealtà, ma per evitare che pochi dipendenti macchino l’immagine della sanità pugliese”.

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