indignazione

L’indignazione, questa volta, non ha colori politici e nessuno schieramento.

E’ un sentimento che ha attraversato la maggioranza della popolazione barlettana indignata, appunto, per quanto è accaduto in occasione del trasferimento dell’icona della Madonna dello Sterpeto dal Santuario alla Cattedrale.

Un appuntamento che da sempre raccoglie decine di migliaia di fedeli per le strade della città. Quella di venerdì, però, non era una giornata come le altre: c’è una pandemia tutt’altro che sconfitta, ci sono sono le restrizioni governative che da settimane ci obbligano a restare in casa e ci consentono di uscire (con tanto di autocertificazione al seguito) solo per motivi di lavoro o per stringenti necessità (fare la spesa o motivi di salute). Sono vietati gli assembramenti e, per quanto riguarda il mondo cattolico, non si celebrano le messe.

Per questo, in occasione del trasferimento dell’icona della Madonna dello Sterpeto, le tv hanno deciso (autonomamente e senza scopo di lucro) di trasmettere in diretta quel viaggio paradossale sul furgoncino e la messa in Cattedrale, presieduta dall’arcivescovo, monsignor Leonardo D’Ascenzo. Non ci doveva essere nessuno ad accogliere la Madonna ed invece, con amara sorpresa di tutti quelli che hanno rispettato le regole, davanti alla Cattedrale c’erano centinaia di persone con l’immancabile telefonino e, in alcuni casi, senza mascherina.

Un assembramento bello e buono, una situazione fuori legge che ha fatto il giro del mondo, sulla quale probabilmente chi di dovere prenderà provvedimenti. Immagini che hanno fatto indignare migliaia di barlettani, molti dei quali hanno riversato la loro legittima rabbia, telefonando alla nostra redazione. L’accusa principale è rivolta al sindaco, Cosimo Cannito, presente con tanto di fascia tricolore (come l’evento richiedeva) ma con lo sguardo metaforicamente voltato dall’altra parte.

C’erano gli agenti della polizia municipale e nessuno che abbia mosso un dito, abbia allontanato quella folla non autorizzata. I soliti furbi, nascondendosi dietro la devozioni alla Madonna, faranno spallucce e si chiederanno cosa hanno fatto di male. In parte hanno offeso chi, da cinquanta giorni, sta rispettando la quarantena e avrebbe voluto (devoto come loro) vedere da vicino il passaggio dell’icona della Madonna. Sui social l’indignazione si è moltiplicata e dal mondo politico arriva la richiesta di chiarimenti al sindaco.

Che, però, dovrà giustificare soprattutto alla città il lassismo verso un assembramento non autorizzato